ALAN SBAFFI, L’ARTE E IL DESIDERIO

Il terreno è quello mobile e polimorfo dell’azione e della liberazione dalle forme stereotipate dell’arte. Una forte vocazione alla libertà, aspirazione che muove verso la disinibizione, e una matrice di natura seduttiva – erotica che accentua il ruolo dell’interiorità dell’artista. Protagonista la donna: i mezzi busti, i seni, la sua parte più intima, una nudità che non intende essere né anatomica né figurativa, che rifiuta di rappresentare la realtà nei suoi aspetti più concreti dando agli oggetti la forma che questi stessi hanno in natura. Una donna, forse un fiore, forse l’origine del mondo. Una. Eppure molteplici. Molteplici interpretazioni.

Nato e cresciuto ad Ancona, Alan Sbaffi vanta un trascorso nel campo della moda e da sempre la passione per la fotografia. Consegue la qualifica di disegnatore tecnico e approccia il mondo della pittura con l’intento di esprimere quel che ha di dentro. In massima libertà, non seguendo percorsi accademici convenzionali ma sperimentando le sue abilità fino a trovare il proprio stile, la propria grammatica di artista.

“La donna è il fulcro di tutto il mio lavoro, e in questa serie DEN la guardo attraverso l’ unità di misura di finezza delle fibre, come la guardassi attraverso un grado di trasparenza. E’ l’esaltazione della femminilità per mezzo della rappresentazione delle sue parti intime e la conseguente perdita di controllo legata al piacere, alla passione, al desiderio, a questo genere di pittura incompleta che lascia molto all’immaginazione.”

Libera e diretta è la manipolazione dei materiali. Quelli da carpenteria, lo smalto, la pittura, la calce, i pennarelli, la penna, l’acrilico, tutto ciò che consente di essere massimamente aderenti alla propria pulsione creativa. Per un risultato finale imprevedibile e svincolato da qualsivoglia fissazione. Anti-compositivo, anti-strutturale, anti-formale. Il processo esecutivo dell’opera si avvale della tensione messa in atto tra l’azione e l’oggetto, ora è lento e preciso, ora rapido, comunque sempre assorto in una specie di trans controllata.

Questa esperienza pittorica che io vivo è quasi una sorta di trans. Organizzo tutto a priori in maniera molto meticolosa, poi inizio a creare, stratifico i materiali finché non trovo la mia dimensione, vivendo un rapporto molto intimo con la tela, quasi orgasmico.”

Un’arte evocativa di ogni possibile senso che si svela tutta nell’immediatezza di un gesto istintivo, euforico, passionale. E genera una nuova condizione dello spirito, condizione di chi ha oltrepassato i limiti dell’arte entrando nella vita.

 Alan Sbaffi www.alansbaffi.comFacebookInstagram 

Foto di Silvia Morin

Il mio make up è stato realizzato da Gaetano Blasa

 

Comments are closed.