MARIACRISTINA CAVAGNOLI, DE SIDERANTES

In occasione della terza edizione di #ccsacontemporaneo – anno 2020, progetto dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Crema nato per dare spazio alla ricerca artistica e avvicinare il pubblico agli artisti emergenti, Mariacristina Cavagnoli (1990) presenta, per la prima volta, un nucleo di dieci opere di grande e medio formato realizzate con grafite e gomma matita su carta. Un paziente e tenace lavoro di modulazione del segno a generare i suoi DE SIDERANTES, protagonisti della mostra: figure sfuggenti, difficili da afferrare, che vivono nell’interregno tra reale e immaginifico.

©Mariacristina Cavagnoli, DE SIDERANTES

Francesca Interlenghi: Vorrei partire dall’inizio e chiederti qual è stata la tua formazione e quale la genesi di questa mostra.

Mariacristina Cavagnoli: Ho frequentato il liceo artistico dove, per quattro anni, mi sono dedicata solamente al disegno e poi ho continuato gli studi a Milano, all’Accademia di Belle Arti di Brera. Poiché avevo già acquisito una buona tecnica di base, lì ho deciso di seguire un percorso diverso, di sperimentare altre tecniche. Ma non ho mai veramente abbandonato il disegno. Tant’è che ho utilizzato proprio questo medium per la mia tesi ed è ritornato prepotente in questa serie di ritratti. A cominciare da Dorotea, il primo soggetto con il quale ho iniziato ad approfondire una ricerca che verte sul grande tema dell’esistenza, più che sulla figura in sé. Non mi interessa infatti essere definita un’artista figurativa. Esposti in questa personale, ci sono una serie di volti in primo piano caratterizzati da sguardi assenti eppure presenti, che pongono l’accento proprio sul mio legame con l’essere umano.

©Mariacristina Cavagnoli, DE SIDERANTES

Francesca: I protagonisti delle tue opere, che pure sono visibili all’occhio dello spettatore, sembrano in realtà invisibili; figure proiettate con lo sguardo in un altrove clandestino, perché non manifesto. Si potrebbe dire che il racconto inizia dentro i loro occhi per aprirsi a orizzonti più ampi.

Mariacristina: In questi lavori lo sguardo sfugge sempre, alimentando così una sorta di contraddizione: sono uomini e donne presenti, vicini eppure lontani. Un testo fondamentale per la mia indagine è stato sicuramente “Le notti bianche” di Dostoevskij. Leggendolo, mi aveva molto colpita la narrazione del sognatore che grazie all’immaginazione poteva andare ovunque, senza che questo implicasse necessariamente uno spostamento fisico. I sognatori sono una parte consistente del mio lavoro. Mi interessa indagare questa sorta di allontanamento, esplorare il potere dell’immaginazione, catturare il loro sguardo di dormienti.

©Mariacristina Cavagnoli, DE SIDERANTES

Francesca: Veniamo ora al titolo della mostra, DE SIDERANTES. Sidus vuol dire astro o stella e il de suggerisce sia il movimento dall’alto verso il basso, sia allontanamento e distacco, ma può essere anche letto come de privativo, vista la posizione iniziale. Da una parte l’impossibilità di seguire la rotta segnata dalle stelle e quindi una condizione di disorientamento, di perdita di riferimenti, di nostalgia, di lontananza; dall’altra l’avvertimento positivo della mancanza, di ciò che è necessario alla vita, l’attesa e la ricerca della propria stella.

Mariacristina: L’ispirazione per il titolo della mostra nasce da un’intervista di Galimberti che parlava di amore e desiderio. Riferendosi al “De bello gallico” di Giulio Cesare, citava i desiderantes: a fine battaglia alcuni soldati avevano il compito di stare ai margini dell’accampamento attendendo, per tutta la notte sotto la volta celeste, che qualche compagno, ferito o disperso, facesse ritorno. Mi interessava e affascinava l’idea dell’attesa sotto il cielo stellato. La negazione de e il termine sidus, contenuti entrambi dentro il titolo della mostra, rimandano a quell’immagine evocativa che mi aveva proprio attratta. E riguardando le mie figure, niente mi pareva più adatto che definirli dei DE SIDERANTES.

©Mariacristina Cavagnoli, DE SIDERANTES

Francesca: Il desiderio è quel sentimento intenso che ci spinge verso l’appagamento di un bisogno fisico o spirituale. Cosa ti attrae del desiderio?

Mariacristina: Si desidera in realtà qualcosa che non si ha. Alla base del desiderio c’è sempre una mancanza, una carenza, che però permette di andare avanti, di continuare a cercare, per afferrare quel qualcosa che non si ha. Questa spinta mi interessava. Ma il desiderio è anche l’incontro e per me questo è un altro aspetto fondamentale: l’incontro con l’altro. Mi piaceva l’idea che lo spettatore arrivasse davanti all’opera e lì, in quel momento, realizzasse questo desiderio, un desiderio di incontro. Fugace o durevole non ha importanza, quel che conta è il rapporto di mutua reciprocità. Credo sia necessario essere consapevoli di quello che si porta in mostra. Rispettosi anche. Credo sia una questione etica presentare un lavoro, ma altrettanto lo è il fatto che questo possa aprirsi a un dialogo con lo spettatore, rendendolo in qualche modo partecipe.

©Mariacristina Cavagnoli, DE SIDERANTES

Francesca: Accompagna il progetto un bel testo critico di Alessandro Grippa, autore anche dei versi Da Ataru Sato proiettati in mostra. Parole di solitudine, che definiscono un vuoto tutt’altro che stagnante e improduttivo.

Mariacristina: Pieni e vuoti, presenze e assenze convivono nel mio lavoro, non in contrapposizione ma in asse. Quando Alessandro ha definito il mio come un vuoto che educa, ha inteso dire che non si tratta di un vuoto sterile ma di un vuoto fertile. Non avevo mai riflettuto, e lui è stato uno stimolo in tal senso, sul fatto che non esiste un solo tipo di vuoto. Esso ha diverse sfumature: può essere vuoto interiore, vuoto fisico, vuoto celeste, vuoto abitativo. Lo stesso mio vuoto è in qualche modo una forma di esistenza. I miei, come dice bene Alessandro, non sono tentativi di somiglianza ma proprio di esistenza. Perché non mi interessa che una figura sia precisa. Mi interessa piuttosto che dall’occhio esca quasi il bulbo oculare, mi interessa scavare dentro alla persona che ho davanti per far uscire quello che c’è dentro di lei.

©Mariacristina Cavagnoli, DE SIDERANTES

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Nell’ambito della realizzazione del progetto è stata attivata la campagna di crowdfunding #desiderantes che sarà attiva sulla piattaforma gofundme fino al 25 settembre. Per ogni 5 euro donato, sarà possibile ricevere un biglietto per partecipare all’estrazione di tre stampe fine art in edizione limitata firmate dall’artista. L’ultimo giorno della mostra saranno estratti i biglietti e la vincita comunicata ai fortunati. Per partecipare all’iniziativa e per ulteriori informazioni: https://www.gofundme.com/f/mariacristina-cavagnoli-solo-show

 Mariacristina Cavagnoli | DE SIDERANTES

A cura di Superfluo

Sale Agello | Museo Civico di Crema e del Cremasco |Centro Culturale Sant’Agostino

Crema (CR) Piazzetta Winifred Terni De Gregorj, 5 

Dal 8 al 26 settembre 2021

Ingresso libero contingentato ad un massimo di 15 persone contemporaneamente 

Orari: venerdì, sabato, domenica 10-13 e 16-20

altri giorni su appuntamento

tel: 3345812165

mail: desiderantes@libero.it

Foto di Maria Parmigiani 

©Mariacristina Cavagnoli, DE SIDERANTES

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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