ANDY WARHOL. POP ART & TEXTILES

Biella celebra l’estro creativo di Warhol con la mostra “Andy Warhol. Pop Art & Textiles” organizzata da Palazzo Gromo Losa Srl, società strumentale della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Creation, in collaborazione con il Fashion and Textile Museum di Londra. L’esposizione dà conto della ricerca di una delle figure centrali della cultura visiva del Novecento (Pittsburgh, 1928 – New York, 1987) ed esponente di spicco del movimento della Pop Art, che tra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso, utilizzando tecniche seriali (come la serigrafia), ha elevato a prodotto artistico le immagini e gli oggetti della cultura di massa. Meno noto è forse il suo rapporto con il tessile. Prima di conoscere la notorietà, Warhol lavorò come grafico freelance per riviste quali Glamour, Harper’s Bazaar, Vogue e Seventeen, e per marchi di lusso come Miller Shoes, Bonwit Teller, Tiffany’s e Fleming-Joffe. Fu proprio per una pubblicazione di Glamour, nel 1949, che un refuso trasformò per sempre il suo cognome da “Warhola” a “Warhol”. In aggiunta, come designer di pattern di tessuti collaborò con aziende di moda e arredamento, creando motivi decorativi per stoffe e carte da parati, realizzando lavori già anticipatori della sua estetica futura: ripetizione di immagini, colori piatti, soggetti ironici e quotidiani.

Andy Warhol. Pop Art & Textiles, Installation view, Biella 2025, Courtesy Fondazione Cassa Risparmio Biella

Il progetto espositivo (visibile sino al 6 aprile 2026) si articola in due sedi, che rendono omaggio all’illustratore e designer, artista e regista, collezionista e icona pop e alla sua costellazione di identità. A Palazzo Gromo Losa (Corso del Piazzo, 22 – Biella), le 150 opere provenienti da collezioni private, tra cui serigrafie, fotografie, polaroid, copertine di vinili, riviste, ceramiche e materiali pubblicitari, raccontano la parabola di un artista che è stato capace di innovare il linguaggio dell’arte. “Piuttosto che realizzare un’opera e venderla per un milione di dollari – dichiara Alberto Rossetti, curatore della sezione Pop a Palazzo Gromo Losa – Warhol preferiva realizzare un milione di copie da vendere ad un dollaro ciascuna. Questa affermazione ci fa capire come Warhol non abbia creato solo un nuovo stile, ma una nuova visione dell’arte, profondamente trasformata anche nella sua forma materiale. Una rassegna a lui dedicata non può che presentare varie tipologie di produzione artistica”.

Andy Warhol. Pop Art & Textiles, Installation view, Biella 2025, Courtesy Fondazione Cassa Risparmio Biella

Oltre alle iconiche serigrafie “Campbell’s Soup”, i “Flowers”, “Mao” e i 10 “Marilyn” realizzate nella celebre edizione “Sunday B. Morning”, una sala speciale del Palazzo, intitolata “Andy Warhol e l’Italia”, ospita due serigrafie della serie “Vesuvius” (1985) provenienti dalle Gallerie d’Italia di Intesa Sanpaolo, accanto al ritratto di Joan Collins. Le opere celebrano il legame profondo dell’artista con il nostro Paese, dove, dagli anni Settanta, vi trovò ispirazione e riconoscimento.

A Palazzo Ferrero (Corso del Piazzo, 29 – Biella) invece, prende forma la sezione The Textiles dedicata al Warhol pre-Pop e al suo lavoro di designer per la moda americana. Qui è raccolta una selezione di circa 50 tessuti, abiti e disegni originali dell’artista a cura di Geoff Rayner e Richard Chamberlain, direttamente dal Fashion & Textile Museum di Londra. Un corpus raro e sorprendente che è espressione, come spiega Dennis Nothdruft Head of Exhibitions at the Fashion and Textile Museum delle “nuove e continue ricerche su un aspetto poco conosciuto della carriera di Andy Warhol. Warhol fu un artista commerciale di grande successo a New York, e questi tessuti e capi di abbigliamento rappresentano un decennio di scoperte in questo ambito. I disegni tessili mostrano le prime illustrazioni di Warhol e anticipano alcune delle idee che avrebbe poi sviluppato nella sua opera, come il più importante artista pop del XX secolo.”

Andy Warhol. Pop Art & Textiles, Installation view, Biella 2025, Courtesy Fondazione Cassa Risparmio Biella

Nei tessuti si rincorrono scarpe appuntite e cappelli, farfalle e frutti, gatti e bottiglie, bottoni e animali da giardino. Sono novelty prints, le cosiddette “stampe conversazionali”, nate per la moda americana degli anni Cinquanta, in cui la quotidianità diventa racconto visivo. Warhol traduce in segno la vita dei grandi magazzini, delle vetrine, dei rotocalchi, inventando una grafica capace di parlare a tutti. Senza dimenticare i lavoro dell’ultima fase, quella dei primi anni Sessanta che grazie alla collaborazione con Stehli Silks Corporation di New York lo portò a sperimentare la sua attività di designer commerciale anche sulle nuove fibre sintetiche del tempo. 

Sempre in questa sede, una sezione speciale è dedicata alla Factory di Warhol, che attraverso la ricostruzione scenografica restituisce al visitatore l’atmosfera di quello che fu uno spazio creativo e versatile: studio, laboratorio, scena, teatro e rifugio creativo di un’intera generazione newyorkese.

Una mostra che dissolve confini e gerarchie, intrecciando arte, design e produzione in un’unica trama culturale e riconsegnando al tessile la dignità di arte applicata, capace di permeare la vita quotidiana con la stessa incisività di un dipinto o di un’architettura.

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Cover story: Andy Warhol. Pop Art & Textiles, Installation view, Biella 2025, Courtesy Fondazione Cassa Risparmio Biella

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