DONNE E SIGARI

“Il primo sigaro? Una domenica pomeriggio tornata dal lavoro ed ero anche un po’ arrabbiata, avevo circa 32 anni. Me lo ricordo ancora, un Esplendidos di Cohiba, una cosa folle da fumare per una ragazza che non aveva mai fumato un sigaro. Insieme a un bicchiere di barolo, in giardino alle 5 del pomeriggio…sono svenuta! Ecco, quello è stato il mio primo sigaro.”

Originaria del lago di Como, Elisabetta Vezzolo inizia presto a lavorare nei ristoranti di famiglia, una famiglia benestante proprietaria di diversi locali in quella zona. Ma altrettanto presto va via, che è ancora giovanissima, a cercare il suo spazio di libertà “perché io amavo la libertà e dovevo essere libera da tutto e da tutti.” Una ricerca che passa per i più disparati lavori, anche i più umili, anche pulire a terra. “Io volevo qualcosa di più dalla mia vita e non badavo ai sacrifici che dovevo fare. Come scalare una piccola montagna, 2 passi in avanti e poi a cadere e poi a rialzarsi, così la mia vita, questo il mio percorso.” Arriva a Lugano all’età di 26 anni, da sola con un figlio piccolo, convinta di poter trovare una differente possibilità economica e dopo svariati impieghi nell’ambito della ristorazione approda a Piazza Riforma con la prima tabaccheria.

“E’ stato lì, lavorando da sola tra gli scaffali, che ho iniziato a conoscere i tabacchi e a avvicinarmi al mondo dei sigari. Un universo che non conoscevo ma che mi piaceva tantissimo perché evocava dentro di me il fascino dei prodotti della terra. Io sono una contadina, amo la terra, amo stare in mezzo alla natura, pensa che da bambina facevo sempre il vino nella mia famiglia. Perciò i profumi del tabacco che salgono dalle scatole e ti inebriano quando le apri, le lavorazioni del tabacco stesso, proprio mi riempiono il cuore.”

Poi un giorno, mentre passa dalla centralissima via Nassa, vede un negozio che le ruba il cuore. E’ un sabato mattina, il negozio è chiuso, ma dentro c’è il proprietario, con impermeabile e barba lunga ricorda lei, che la fa entrare. Dopo mezz’ora di conversazione Elisabetta è dentro quello stesso negozio con la valigia piena di un sogno nuovo, pronta a partire per quella che poi, in tempo breve, è diventata una destinazione reale, la realtà di uno spazio tutto suo: il Two Lions Cigars di Lugano.

Ho ricominciato da zero con un entusiasmo grande perché questo negozio era l’amore della mia vita. Sempre lo guardavo quando passavo di qui.  Adagio, giorno dopo giorno, le sere a imbiancare, a pulire e mettere tutto in ordine e poi finalmente dopo circa un anno ho preso in mano la gestione completa. Oggi questo negozio vede me alla guida in totale autonomia.”

Serve una passione enorme per condurre una attività come questa, perché dietro a ogni scatolina di tabacco, dietro ogni singolo sigaro, c’è un lavoro inimmaginabile fatto di complessità ma anche di tanto amore. Servono continui aggiornamenti perché “è tutto un susseguirsi di linee nuove di tabacco o di pipe nuove. Io per esempio ho inserito una linea prodotta esclusivamente per il Two Lions Cigars perché mi ha rapita dal primo momento che l’ho conosciuta. Ho impiegato circa 2 anni per riuscire a portare questo sigaro in negozio grazie a un imprenditore di oltre 75 anni che vive a Cuba e produce questa linea solo per sé. Un sigaro che dà un’emozione unica: fumoso, bello, pieno, gustoso. Un sigaro che bisogna saper fumare. Ecco, il pensare che dietro a quella emozione, a quel gusto, c’è tutta una lavorazione…questo mi ha appassionato. Cose semplici a ben vedere, che poi sono quelle che  fanno parte della mia vita.”

Al pari serve una attenzione quasi devota verso le persone che entrano e che non sono semplicemente clienti ma sono uomini e donne carichi di una storia fatta anche di tabacco e di fumo. Semplici ma coltissime, piene di tanto. Mettere in bocca il sigaro, assaporane il gusto, fermarsi per degli attimi, è anche un modo per tornare a ritmi lenti che si sono persi, un vivere fuori da questo tempo nostro e concedersi il piacere di guardare le cose mentre scorrono.

Oggi invece è tutto un fare. E osservare la vita, la foglia che cade, la pioggia, il sole, questi dettagli, sembra quasi un privilegio per pochi…ecco perché questo mondo

Un percorso, non semplicemente un gesto, che è anche un momento per compartir e per le parole, un andare e poi un tornare e un altro sigaro e altre chiacchiere. Un partire da cose delicate per poi crescere insieme alla conoscenza di un universo vasto, esattamente come si cresce nella vita, scoprendo per scoprirsi.

“Dal ragazzo giovane che inizia la pipa e ti sviene davanti, al signore che è scrittore, o il pescatore, insomma mi piace definirlo un mondo per tutti, anche per le donne. La donna non ama molto il fumo perché lo subisce e finisce con il sentirsi infastidita. Perché fumare un sigaro è una cosa, mentre respirare il fumo di sigaro o di pipa è un’altra cosa, differente. Probabilmente per questo una donna non riesce ad apprezzarlo, perché non lo fuma il sigaro.”

Eppure in tutti quegli odori che hanno origine dalla terra, nelle atmosfere, in quella lentezza che val bene un elogio, nell’armonia, nell’accogliere l’altro e la sua storia, nel farla propria, nell’osservare, nei momenti di vita insieme, semplici eppure riflessivi, si svela una dimensione a sorprendente misura di donna. Perché generativa. Come solo una donna può essere.

Desidero ringraziare per la cortese intervista (che si è rivelata una bellissima nuova esperienza) Elisabetta Vezzolo titolare di Two Lions Cigars 

Foto di Elisabetta Brian 

 

 

Comments are closed.