DZHUS, o di come sfatare i pregiudizi della moda

Pregiudizio s. m. [dal lat. praeiudicium, der. di iudicium “giudizio”, col pref. prae “pre”] opinione concepita sulla base di convinzioni personali e generali, senza conoscenza diretta dei fatti, delle persone, delle cose, spesso superstiziosa o senza fondamento.

DZHUS, F/W 20 Misconcept

Costruzioni sperimentali, tagli innovativi, forme polifunzionali. Un’estetica che non fa mai concessioni al decorativismo, che elude il superfluo e scardina i luoghi comuni sedimentati nelle pieghe dell’industria fashion. Primo tra tutti: che per dare vita a qualcosa di nuovo sia necessario creare sempre qualcosa di nuovo. O che un capo invenduto meriti di essere additato con disprezzo come vecchio e quindi, quasi si trattasse di uno scarto del progresso, non riutilizzabile, rivendibile e nemmeno più indossabile, indipendentemente da certi suoi requisiti di pregio. E ancora, che la moda possa prescindere da questioni di natura etica e sostenibile continuando a incentivare consumo e spreco incurante delle dinamiche del reale.

DZHUS, F/W 20 Misconcept

Il lavoro di Irina Dzhus, fondatrice nel 2010 dell’omonimo brand concettuale DZHUS, prosegue anche con la nuova collezione A/I 20 MISCONCEPT lungo la direttrice della sperimentazione e dell’innovazione. Riflettendo sulla natura superficiale e transitoria della moda odierna, la designer ucraina propone acrobazie stilistiche come soluzioni alternative al consumo eccessivo, interpretando in maniera libera e assolutamente non convenzionale stili di abbigliamento classici, stereotipati e i must-have di stagione. Decifrandone la struttura e suggerendo un upgrade di tipo multifunzionale, il band realizza capi affetti da trasformismo radicale eppure – anzi, proprio per questo – portabili. Caratterizzati da tagli rivoluzionari, dall’utilizzo di materiali cruelty-free e tecniche all’avanguardia come il termo isolamento ecologico progettato utilizzando la canapa dall’azienda ucraina DevoHome.

DZHUS, F/W 20 Misconcept

L’abito non appartiene più propriamente alla scena, appartiene al corpo: un luogo fisico e concreto che chiede di essere abitato, di essere messo in grado di parlare il linguaggio della sua esistenza. Il video dedicato alla collezione, una sorta di manuale ad uso dei clienti, mostra le trasformazioni di cui è capace l’abbigliamento firmato DZHUS e incoraggia chi lo indossa a sperimentare audacemente reinventando il proprio stile. Per farlo basta giocare senza regole dentro il perimetro di un unico capo di abbigliamento. Nel video è infatti Irina stessa a modificare in pochi secondi gli abiti indossati dalla modella, dimostrando la loro straordinaria adattabilità alle mutevoli circostanze del vivere moderno.

DZHUS, F/W 20 Misconcept

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Lookbook Credits:

Photo: Alexey Ponomarev

Styling: Irina Dzhus / DZHUS Style Studio

Makeup: Julia Vasilkovskaya

Hair: Julia DanshynaJulia Vasilkovskaya

Models: Glory, Asia Tkachenko / Ecos Models, Alexandra Sukhetska

Ethical footwear: House Martin

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