FEDERICO GUIDA, ARBOR

Dato il grande successo di pubblico e critica, è prorogata fino al prossimo 8 gennaio 2023 nella Sala del Collezionista e nel Quadriportico del Chiostro della Fondazione Stelline di Milano, la mostra “Arbor” di Federico Guida (Milano, 1969). L’esposizione, curata da Mimmo di Marzio, prende il nome dalla radice latina di Albero e presenta grandi opere inedite in cui convivono trascendenza e umanità, scienza, religiosità e storia.

Il linguaggio figurativo di Guida oltrepassa la tradizione pittorica e si appropria dei codici e degli stilemi tipici della pratica installativa. Nella nuova configurazione pensata dall’artista, i dipinti ad olio su lino applicati su legno creano una sequenza di immagini di grande impatto visivo ed emotivo, ricche di mescolanze inedite. L’elemento formale della croce, che ricorre nelle opere, diventa la superficie pittorica sulla quale si adagia una narrazione composita in cui si intrecciano elementi astratti ed altri figurativi. Alcuni fanno riferimento all’iconografia cristologica, altri alle pratiche iniziatiche, altri ancora, come il teschio, rimandano alla cultura degli amerindia per i quali esso è legato al Grande Cerchio dell’Esistenza, che tutto in sé contiene e in cui tutto torna.

Federico Guida_CROCE2_2019-2021_olio su tela di lino applicata su legno_238x180x5 cm_©Studio Vandrasch

Federico Guida, CROCE 2, 2019-2021, olio su tela di lino applicata su legno, 238x180x5 cm_©Studio Vandrasch

Scrive il curatore di Marzio nel catalogo che accompagna la mostra: «Per Guida, prima ancora che nella metafisica dei personaggi, la citazione primaria risiede nell’oggetto stesso della croce, la croce latina sagomata medievale che incarna pietre miliari della storia dell’arte, come le due crocifissioni di Cimabue a Santa Croce e di Giotto a Santa Maria Novella. […] L’aspetto forse però più interessante della sua ricerca sta nel viaggio simbolistico che dà luogo al titolo della mostra, Arbor, un percorso che ha forti connessioni con l’intero universo polisemantico che caratterizzò l’arte medievale, in cui il tema religioso era spesso pretestuoso e metaforico di altri messaggi. Più terreni e a volte esoterici.» 

Spaziando dalla pittura fiamminga di Rembrandt, Van Dyck e Van Eyck fino a quella di ispirazione manierista e rinascimentale di Lotto, Pontormo, Botticelli e Piero della Francesca, Guida mette in scena l’imperitura dialettica di eros e thanatos, di mondano e spirituale, di caduco e durevole, il confronto con l’assoluto, la tensione verso un Altrove, luogo della trasfigurazione. E lo fa senza idealizzare il sacro, ma evidenziandone il carattere più realistico, raffigurando l’universo sacrilego dell’interscambiabilità tra umano e divino. Ecco allora un feto umano ancora in utero e poco più in là, a condividere un altro pannello della stessa croce, un neonato ricoperto di sangue e placenta. E ancora, Maria Maddalena impregnata di verismo, Cristo tumefatto, Cristo risorto, una Gea Madre Terra e la nebulosa Elica conosciuta più comunemente come l’occhio di Dio.

Federico Guida_CROCE6_2019-2021_olio su tela di lino applicata su legno_238x180x5 cm_dettaglio_©Studio Vandrasch

Federico Guida, CROCE 6, 2019-2021, olio su tela di lino applicata su legno, 238x180x5 cm, dettaglio, ©Studio Vandrasch

La declinazione del proprio sentire in accordo con un’iconografia storica è indice dell’intima necessità dell’artista di dare vita a questo progetto, iniziato nel 2018, e nato in concomitanza a un evento che lo ha coinvolto personalmente e che solo per un miracolo non ha avuto conseguenze tragiche. L’Arbor, l’albero della vita, albero della conoscenza, legato al simbolo della croce da prima del Cristianesimo, diventa al contempo prisma della fluidità immaginaria di Giuda e rappresentazione di un percorso ascensionale che conduce l’Uomo verso la sua evoluzione spirituale.

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Cover story: Federico Guida, CROCE 4, 2019-2021, olio sutela di lino applicata su legno, 238x180x6cm, dettaglio, ©Bruno Bani

Federico Guida, Arbor

a cura di Mimmo di Marzio

10 novembre – 11 dicembre 2022

PROROGATA FINO ALL’8 GENNAIO 2023

Sala del Collezionista e Quadriportico del Chiostro | Fondazione Stelline di Milano

 

 

 

 

 

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