HUMAN CROSSING | FOOTPRINTS OF CULTURE AND PEACE. Francesca Lolli e Ignazio Fresu

Si conclude domenica 8 maggio con la performance VOLUPTAS di Francesca Lolli, prevista alle ore 12:00 presso la Campana dei Caduti di Rovereto (TN), la mostra HUMAN CROSSING | FOOTPRINTS OF CULTURE AND PEACE, a cura di Roberto Ronca, promossa da AIAPI, Associazione Internazionale Arti Plastiche Italia e Fondazione Campana dei Caduti.

In questa edizione 2022, il progetto espositivo ha visto protagonisti gli artisti Francesca Lolli e Ignazio Fresu. Due autori con due visioni, due estetiche e due mondi narrativi diversi, ma con un naturale comun denominatore: l’Essere Umano.

Francesca Lolli e Roberto Ronca, curatore della mostra Human Crossing

Francesca Lolli e Roberto Ronca, curatore della mostra Human Crossing | Footprints of Culture and Peace 

Francesca Lolli (Perugia, 1976) è una performer, videoartista e regista la cui ricerca si concentra sulle diversità di genere e le questioni socio-politiche. I suoi lavori sono stati proiettati in numerosi festival nazionali ed internazionali. “Tutta la mia ricerca si può racchiudere in un’unica parola: urgenza. E’ l’urgenza che porta alla comunicazione, ed i mezzi che ho scelto per fare ciò sono quelli a me più congeniali: il corpo e il video. Attraverso di essi cerco di essere veicolo di emozioni, cerco di sublimare la mia visione della vita e del mondo che mi circonda e molto spesso possiede. L’obiettivo principale della mia ricerca è quello di ricevere ed elaborare il ‘qui e ora’, di parlare del presente e di poterlo trasporre cercando di renderlo universale.Vorrei che il mio corpo (dal vivo o passando attraverso l’obiettivo) fosse un mezzo pulsante e ricettivo dei mali (e beni) dell’epoca nella quale mi è dato vivere.”

Ignazio Fresu (Cagliari, 1957) è uno scultore la cui attività espositiva si svolge in Italia e in varie nazioni estere. Per realizzare le sue opere Fresu prevalentemente si serve di scarti delle lavorazioni industriali e di residui delle attività di consumo. Ciò al fine di testimoniare sia lo spreco che la civiltà moderna, guidata soltanto dalla logica del profitto, produce inutilmente, sia la possibilità di creare da quelle montagne di rifiuti un mondo nuovo. Le sue opere nascono da lamiere di metallo, da tubi, da residui industriali che vengono trattati con tecniche particolari e sottoposti a processi di ossidazione. Tra le molte esposizioni a cui l’artista ha partecipato in Italia e all’estero è degna di particolare menzione RE-ART One, mostra itinerante dedicata all’ambiente. Il pensiero dei primi filosofi greci (in particolare quello di Eraclito), e il Pensiero Debole di Gianni Vattimo costituiscono il “tappeto” filosofico su cui si sviluppa l’umanesimo di Fresu.

Ignazio Fresu, Non c’è altro da aggiungere. Nessun rimpianto, polistirolo, resina e granulati di pietra (2009)

Francesca Lolli e Ignazio Fresu, opera di Ignazio Fresu, Non c’è altro da aggiungere. Nessun rimpianto, polistirolo, resina e granulati di pietra (2009)

Impronte e culture di pace è il concept della mostra, sintetizzato nel titolo della stessa, che ha visto in dialogo i due artisti. L’impronta dell’essere umano è la traccia storica di ciò che l’uomo lascia dietro di sé, nella sua essenza e nel movimento. Nel suo percorso l’uomo lascia tracce indelebili, modifica territori, modifica culture. Cambia i modi di pensare; nel suo cammino l’uomo di evolve. Stanziale o in movimento, il compito ancestrale e genetico dell’essere umano è quello di modificare il proprio ambiente. Questo non avviene, come erroneamente si può pensare con un pensiero tecnico-industriale, ma attraverso lo sviluppo della cultura. E se l’essenza e il vero senso della vita fosse la conoscenza? E come potrebbe non essere così, quando è così evidente agli occhi l’esigenza animale dell’Uomo nel lasciare la propria impronta? Ma quale conoscenza? L’unica conoscenza che aiuta il genere umano a progredire è quella condivisa, importata ed esportata. Il movimento è duplice: ciò che si importa è automaticamente esportato da un altro luogo; e se la mente è un non-luogo che vive solo quando cresce, è lo scambio ciò che la può mantenere viva.

L’essere umano cresce solo in un circolo virtuoso di importazione ed esportazione di esperienze, di culture, di menti, di vita. A che porta tutto questo? Alla ricerca della pace, fine ultimo dell’uomo culturale, che a sua volta porta benessere, in quanto inclinazione naturale dell’uomo. Anche ove vi siano regressioni culturali, sociali, comportamentali, la pace non regredisce; si può fermare per qualche tempo, ma poi, inevitabilmente, riprende e ricomincia il proprio percorso da dove era stato interrotto. Perché la pace è nell’uomo e l’uomo è colui che la crea. É un interessantissimo continuo meccanismo a catena di azione e reazione, quello che conduce l’essere umano nella sua vita terrena e oltre e quando la traccia e l’impronta sono quelle giuste, giusto è il risultato.

Fracesca Lolli, once upon a time there was a girl who was forced to marry a man” HD, dur 50s (2014)

Fracesca Lolli, Once upon a time there was a girl who was forced to marry a man, HD, dur 50s (2014)

E a ben vedere anche se appare più evidente e rumorosa la guerra, la pace è quella che ha più connotato la storia dell’umanità, perché se la guerra si esprime in zone isolate, la pace coinvolge tutti, come un’onda calma che spesso agisce senza fare rumore, ma c’è, e c’è sempre. Perché quelli che fanno la guerra, nel mondo, sono sempre molto molto di meno rispetto a quelli che fanno la pace.

La traccia umana sulla terra è una traccia fatta di miriadi di elementi, impossibili da analizzare nella loro totalità e nella loro complessità. Ciò che analizziamo, però, è la risultanza di ciò che l’impronta dell’uomo ha saputo portare nei millenni della sua storia su questo pianeta: millenni di incredibile cultura, di maestose opere d’arte e di architettura, di magnifiche opere dell’intelletto, di meravigliosi incroci e di virtuosismi per descrivere i quali spesso le parole non sono sufficienti.

In occasione del finissage, Francesca Lolli presenterà la performance VOLUPTAS. Nella mitologia greco-latina, il termine indica un attributo convenzionale di Venere (o Afrodite), la dea della bellezza e dell’amore; nella prospettiva epicurea di Lucrezio, la dea è quel “piacere” che costituisce il fine della vita umana.

“Dei semplici gesti ci ricordano come spesso rimaniamo sepolti sotto a convenzioni sociali, stereotipi, etichette che non ci rappresentano ma che, semplicemente, sono funzionali a ciò che la società ritiene opportuno. L’atto del nascondere, del voler annientare ciò che non si conosce deriva dalla volontà di imporre i propri modelli e le proprie coercizioni.“Voluptas” è un’azione che ci ricorda che il soffio della vita, la propria natura, è più forte di qualunque sovrastruttura dettata dalla società, dalla legge dell’uomo.” Francesca Lolli

A conclusione della mostra farà seguito, nel periodo estivo, l’esposizione “HUMAN RIGHTS?”, divenuta ormai un classico della programmazione al Colle di Miravalle, giunta quest’anno alla 16.ma edizione.

locandona performance

Cover story: Francesca Lolli e Ignazio Fresu, opera di Ignazio Fresu, Gravity, installazione ambientale interattiva - resina, granulato di pietra e metallo ossidato (2019)

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HUMAN CROSSING | FOOTPRINTS OF CULTURE AND PEACE

FRANCESCA LOLLI E IGNAZIO FRESU

A cura di Roberto Ronca

Fondazione Campana dei Caduti – Rovereto (Trento)

dal 8 Aprile al 8 Maggio 2022

In occasione del finissage, il giorno 8 maggio alle ore 12 presso la Campana dei Caduti di Rovereto (TN), Francesca Lolli presenterà la performance “Voluptas”.

 

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