JANNIS KOUNELLIS

Correva l’anno 1967 quando Germano Celant in riferimento all’Arte Povera scriveva, nei suoi Appunti per una guerriglia, che: “in un contesto dominato dalle invenzioni e dalle imitazioni tecnologiche due sono le scelte o l’assunzione [la cleptomania] del sistema, dei linguaggi codificati ed artificiali nel comodo dialogo con le strutture esistenti […] oppure, all’opposto, il libero progettarsi dell’uomo. Là un’arte complessa, qui un’arte povera impegnata con la contingenza, con l’evento, con l’astorico, col presente […] con la concezione antropologica, con l’uomo “reale” (Marx).”

Jannis Kounellis, Fondazione Prada, Ph. Alberto Nidola

Partirei da qui, dall’uomo reale, dalla sua urgenza nell’esserci, per raccontare della vasta retrospettiva, curata da Germano Celant, che Fondazione Prada, nella sede veneziana di Ca’ Corner della Regina, dedica a Jannis Kounellis (Pireo 1936 – Roma 2017) a un anno dalla sua scomparsa.

Perché di realtà si tratta, di elementi comuni e naturali, di un conoscere concreto che lascia trasparire un’inequivocabile presa di posizione rispetto all’orientamento ufficiale dell’arte, all’uso delle tecniche tradizionali quali la pittura esercitata con il pennello stendendo pigmenti cromatici per lo più su tela o alla scultura anch’essa affidata a materiali tradizionali.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Quello di Kounellis è invece un flusso di energia che trascende la mera dimensione empirica rifacendosi alle domande “chi sono, dove sono, dove vado, da dove vengo”. In questo egli vive. Gli sopravvive l’approccio vitalistico della sua arte, la potenza intrinseca dei materiali, la grammatica spesso binaria dei suoi lavori che si manifesta nella dialettica tra strutture rigide e fredde come lastre di acciaio, telai di legno, carrelli di ferro e una sensibilità calda, materia viva fatta di carbone, cotone, lana, fuoco, sacchi di iuta riempiti con patate, caffè o fagioli. Una dicotomia che mette in contrasto la moderna condizione umana nell’era industriale con l’intensità di una forza primordiale antica: il sistema e l’uomo, il produttore di oggetti di consumo e l’artista.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con l’Archivio Kounellis, riunisce più di sessanta opere prodotte dal 1959 al 2015, provenienti da istituzioni e musei italiani e internazionali e da importanti collezioni private in Italia e all’estero.

I primi lavori, esposti originariamente tra il 1960 e il 1966, trattano il tema del linguaggio urbano riprendendo scritte, segnali e insegne presenti nelle vie di Roma e successivamente inserendo lettere, frecce e numeri neri tracciati su tela, carta o altri supporti. Un’indagine sulla parola scritta che viene riportata, prima che alla sua funzione di veicolo di senso, alla sua immediata e irrinunciabile consistenza fisica, alla sua concretezza in qualche modo rappresentata dalla presenza materica dell’inchiostro tipografico.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Dal 1967, con l’intento di superare l’uniformità tradizionale pittorica della sua prima produzione, l’artista passa a un linguaggio più radicale che ingloba la natura, non soltanto quella rappresentata ma quella spudoratamente concreta, mettendo in luce uno degli aspetti più interessanti dell’Arte Povera ovvero la sua capacità di fare ricorso trasversale a diverse possibilità extra-artistiche avvalendosi del mondo degli oggetti.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Kounellis inizia quindi un percorso volto a indagare la componente sonora e olfattiva dell’opera così da uscire dai limiti illusori del quadro e fare esperienza del reale. Allora traduce il dipinto in uno spartito da musicare o danzare e realizza opere come quelle del 1980 e 2006 composte da strumenti musicali collegati a bombole a gas e campane in ferro battuto che testimoniano come l’elemento musicale sia un fattore importante e indispensabile per l’artista ascrivibile a quella sua insopprimibile necessità di superare le tradizionali distinzioni tra i linguaggi artistici. O ancora, sulla scorta di questo interesse al rilevamento sensoriale, preleva elementi direttamente dalla vita come il caffè, a partire dal 1969, e più tardi negli anni Ottanta la grappa.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Certamente uno degli aspetti più interessanti e incredibili della sua poetica è la capacità dei suoi lavori di manifestarsi in diverse forme, come fossero organismi con la loro multiforme vitalità. E’ il caso della celebre “margherita di fuoco” del 1967 o dell’installazione presente in mostra, datata 1971, costituita da un reticolo di fiamme disposte sul pavimento che introducono il tema della combustione tanto caro all’artista. Il fuoco, sul punto di divampare in un flusso di gas uscente dalla corolla di un fiore meccanico, assurge al ruolo di potenza trasformatrice delle dinamiche del proprio tempo, rigeneratrice, simbolica della possibilità di un intervento rivoluzionario che, scriveva Celant nei suoi Appunti, riqualifichi l’uomo come fulcro e fuoco della ricerca, non più come mezzo e strumento.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Al vertice di questo processo di trasformazione innescato dalla combustione – la cui vivacità sarà in seguito sostituita dall’oscura presenza della fuliggine frutto del disincanto di fronte alla possibilità di esercitare attraverso l’arte un’azione politica e sociale – si colloca l’utilizzo dell’oro, secondo la tradizione alchemica, come si evince nell’installazione Senza Titolo (Tragedia Civile) del 1975 in cui ad una parete interamente ricoperta con la foglia d’oro fa da contrappunto il nero degli indumenti appesi a un attaccapanni. Drammatico ritratto dell’artista, sacrificato e quindi assente, che non dialoga né con il sistema sociale né con quello culturale – ne sono una prova tangibile le porte chiuse con pietre – che aspira a presentarsi improvviso e inatteso a dispetto di ogni dogma e convenzione.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

A completamento del percorso espositivo alcune suggestive installazioni di grandi dimensioni, realizzate a partire dalla fine degli anni Ottanta, che letteralmente si impongono nello spazio, quasi sfidando le leggi di gravità, e che inglobano mensole o costruzioni metalliche che contengono calchi in gesso, pietre, cappotti, bicchieri, ingranaggi meccanici. Nella contrapposizione di leggerezza e pesantezza, instabilità e permanenza, fragilità dell’elemento naturale e rigidità della struttura industriale si svela tutta la tensione dell’Uomo stretto tra desiderio di libertà e autonomia e coazione fisica e morale indotta dalle sovrastrutture sociali.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Leggendolo oltre la semplice adesione a una corrente artistica, oltre il vano tentativo di sistematizzazione della sua produzione, quello di Kounellis ha più le caratteristiche di un atteggiamento, di un libero progettarsi che affonda le radici nell’identificazione uomo – natura. La sua pratica non è arte rispetto alla vita ma piuttosto la ricerca stessa del senso del vivere. In questa, tutta la sua sconcertante magnifica attualità.

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Jannis Kounellis, Fondazione Prada, Ph. Alberto Nidola

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Jannis Kounellis, Fondazione Prada Venezia, Ph. Alberto Nidola

Jannis Kounellis, Fondazione Prada, Venezia, Ca’ Corner della Regina 

11 Mag – 24 Nov 2019

Foto di Alberto Nidola 

Fonti: 

Germano Celant, Arte Povera. Appunti per una guerriglia (23-11-1967)

Arte contemporanea, le ricerche internazionali dalla fine degli anni ’50 a oggi, a cura di Francesco Poli (Electa 2006)

Renato Barilli, Prima e dopo il 2000. La ricerca artistica 1970 – 2005 (Feltrinelli 2017)

 

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