KEN MATSUBARA, IL SIMBOLISMO DELL’ACQUA

Nell’acqua il flusso dei ricordi, immagini in movimento che si compongono e scompongono, si fanno e si disfano fluttuando sull’orlo della superficie liquida. E’ la memoria che riaffiora, i ricordi chiusi nel profondo di ciascuno di noi che riemergono e assumono sembianze liquide e nel liquefarsi legano insieme passato con presente, trascendono la dimensione individuale per assumere quella collettiva e diventare di tutti.

E’ un lavoro intriso di suggestioni poetiche, echi di fantasmi, quello del giapponese Ken Matsubara. Pieno di una malinconia evocativa che spoglia l’oggetto della sua identità materiale per conferirgli un significato immateriale, che supera la nozione fisica di tempo e spazio e lo rende simile a una reliquia capace di ospitare delicate apparizioni.

Tutto il lavoro dell’artista è una indagine che interessa la memoria e ambisce a svelarne la natura, forte lui stesso della convinzione che il senso estetico giapponese si basi soprattutto su una sensazione di tristezza per il tempo che passa, che fugge quasi.

Perché è nell’atto del rievocare la conoscenza antica e radicata nell’uomo che si compone la coscienza umana. E passando di generazione in generazione, da un essere umano all’altro, condividendola questa conoscenza, attraverso i ricordi, smette di essere del singolo e diventa patrimonio dell’umanità abbattendo così le barriere culturali, sociali e storiche tra i popoli.

Nato e cresciuto a Tokyo, Matsubara si fa interprete dei sentimenti e delle emozioni del suo popolo che dopo la tragedia di Fukushima non ha mai smesso di cercare una forma di equilibrio oscillando tra i poli estremi della speranza e della disperazione, della rabbia e di un senso forte di incertezza rispetto al futuro. L’acqua dentro un bicchiere, che in condizioni normali è immobile, diventa nei suoi lavori video un mare in tempesta proprio a rappresentare il sentire dei giapponesi, a rappresentare uno dei momenti cruciali della storia del Paese, il terribile tsunami del 2011, evento catastrofico che ha cambiato il destino e il corso della vita di migliaia di persone.

Dall’acqua, come fosse il principio di tutte le cose, si sprigiona il potere contemplativo delle immagini. Come le mani raccolgono l’acqua così le sue ciotole diventano luogo di accoglimento esse stesse, e dentro le immagini vi affondano in profondità al pari dei ricordi. Allo stesso modo la luna, che si riflette e muta dentro l’acqua, è un invito ad accettare la nostra condizione di fragilità e finitudine, ci esorta a comprendere la bellezza dell’impermanenza di noi e delle cose. Consapevolezza che, una volta acquisita, diventa speranza e ristoro insieme.

The flowing river never stops and yet the water never stays the same.

Foam floats upon the pools, scattering, re-forming, never lingering long.

So it is with man and all his dwelling places here on earth.

Houjyoki

Desidero ringraziare per la gentile collaborazione la Galleria d’arte MA2 Gallery 

Foto di Elisabetta Brian

In copertina: con l'artista Ken Matsubara ad Artissima 2016

Ken MatsubaraMoon Bowl, 2016 MA2Gallery

Ken MatsubaraMoon Bowl, 2016 MA2Gallery

Ken MatsubaraMoon Bowl, 2016 MA2Gallery

Ritratto dell'artista dentro una delle sue opere eseguito da Elisabetta Brian

Ken MatsubaraStorm in a Glass MA2Gallery

Ken MatsubaraBottom of Buddha's Hands MA2Gallery

Con Masami Matsubara, MA2Gallery

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