KUBO, UN ANNO DOPO

Ritorno sabato prossimo 9 marzo, a un anno di distanza dalla sua inaugurazione, a KUBO, questo spazio multidisciplinare sulle sponde del Mar Adriatico che racconta storie di arte, moda e psicologia con l’obiettivo di regalare “piccole immersioni nel mondo delle arti visive”. Un’occasione per fare il punto della situazione con la fondatrice Andrijana Popovic, studiosa del fenomeno Moda e Docente di Psicologia dell’Arte, e un modo per ricongiungere in maniera tangibile, fisica, pensieri che si snodano lungo la direttrice di un sentire comune.

Francesca: KUBO un anno dopo…Quante cose sono successe e quante ancora ne succederanno! Mi racconti in sintesi i temi sui quali hai lavorato e i risultati che hai conseguito in questo arco temporale?

Andrijana: UN ANNO di KUBO! Un anno di A:More in Azione, in uno spazio umano senza Tempo, di connessione, relazione, condivisione e amore, in cui riscoprire sé stessi e comunicare il personale e autentico modo di essere al mondo.

Umano, relazione, condivisione, amore, un’unica parola ‘applicata’: Empatia.

Il senso di un qualcosa che è frutto di collaborazione, KUBO è nel Noi, in diversi campi espressivi e con varie figure creative in continua evoluzione. KUBO è lavoro di ricerca INsieme che si trasforma in Azione, studio ma soprattutto applicAzione.

KUBO è un progetto umano che va ben oltre un tempo determinato, ci muoviamo sull’onda di uno spazio liquido (in senso fisico e simbolico) un mare di idee nate, cresciute e tante ancora da realizzare, un continuo creare e seguire il moto emozionale applicando Empathy, A:More che trasforma e unisce diverse espressioni artistiche.

Sentire il Valore dell’Arte dell’empatia in Azione come nel campo della formazione – esperienza professionale con l’Università di Montenegro – indirizzo Design Grafico, Moda & Multimedia come docente di Psicologia d’Arte, bellissima energia con gli studenti universitari, scoprire, creare, sperimentare insieme. Bellissima anche la collaborazione e nuova visone con l’Accademia Calcagnile di Lecce con cui stiamo aprendo spazi di sinergia nella Moda come valore consapevole dell’identità culturale e territoriale. Con loro siamo sulla stessa visione della Moda, un esempio è il progetto Mi Abito Ci Abito installazione a cura della docente Santa Scioscio visibile attualmente in KUBO.

 

KUBO ama il dialogo oltre i confini, tra i nostri partner il Museo di Niksic in Montenegro, piattaforma di dialogo culturale e tradizione che racconta futuro nelle diverse forme ed espressioni artistiche. Progetto su quale lavoriamo dallo anno scorso e che ha portato notevoli risultati e scambi artistici coinvolgendo diverse culture e istituzioni.

Francesca: Insegni – hai insegnato anche a me – che la moda è linguaggio dei sentimenti, che è una forma di vita e che parla la lingua visibile al cuore. Il tuo vocabolario della moda è tutt’altro che di moda, mi verrebbe da dire. Con la tua grammatica fatta di identità, umanità, libertà e amore arrivi a definire un’idea che è diventata una specie di mantra per tutti noi che in qualche modo abbiamo a che fare con KUBO. Mi riferisco all’empatia estetica. Come spiegheresti questo concetto così ricco di significazioni a chi non ha familiarità con l’abito inteso come habitus ovvero come luogo da abitare? (dal latino habito, frequentativo di habeo – avere – che significa quindi soler avere, abitare, dimorare).

Andrijana: Il Bello si nasconde negli occhi di chi osserva. CrediAmo che, nel momento in cui l’osservatore riconosce l’immagine come bella, essa si evolve da un oggetto a un’opera d’arte. Pertanto, l’atto di osservazione diventa un processo creativo e l’osservatore stesso è un artista. Se osserviamo la pietra, dobbiamo sentire che noi stessi diventiamo quella pietra, per sentire il suo peso. Osservare con empatia significa guardare non solo con gli occhi, ma anche con la pelle e l’essere.

La Moda in tal senso è un trasmettitore alchemico di rispecchiamento. Essa trasforma, comunica si indossa e (ri)scopre l’anima oppure (ri)veste il corpo. La Moda è il bisogno umano di nascondersi e scoprirsi, un gioco di ruoli vivace e intramontabile, un fil rouge di unione forte che ricopre oppure scopre le menti, creatività tradotta nelle opere che abitiamo come spazi intimi negli spazi aperti … immagine di Noi … un correre dietro le immagini senza perdersi di vista.

Una Donna veste l’Intelligenza diceva Gianfranco Ferrè, rimane la mia visione della partenza senza fine…dove la fine sento che è continua ricerca e che si nutre d’Amore e di relazioni umane creative oltre visibile. Certo, questo fisiologicamente è un processo evolutivo delle Moda consapevole e il suo potere estremo nel male banale. Cambiando punto di vista cambiano i pregiudizi della propria cecità. In KUBO educhiAmo l’occhio che sogna perché vede oltre la rappresentazione.

 

Francesca: Io credo che KUBO sia, tra le altre cose, la dimostrazione fisica e tangibile che l’intelligenza nella moda esiste ed esiste in maniera così forte da non aver bisogno del ritmo frenetico delle collezioni e nemmeno dei luoghi istituzionalmente designati. Basta un cerchio. Un filo rosso. La gentilezza. Basta un KUBO. Basta ritornare all’umano, ovunque esso sia. Perché l’atto creativo assoluto, dici bene, nasce dall’amore, dalla voglia di generare qualcosa di proprio da condividere con gli altri. Sembra una battaglia ad armi impari la tua, contro quel gigante nemmeno tanto buono che è l’industria del fashion. Cosa ti spinge e motiva a continuare questa lotta?

La nostra è una ricerca continua con e verso l’umano in quanto valorizza la bellezza del fare e crea una identità connessa al territorio come fonte di tradizione. Partendo dalla persona come spazio intimo, valore primario nel contesto delle relazioni e delle creazioni oggi siamo protagonisti “senza volti” ma “riVolti di sé” nello spazio pseudo aperto di libere connessioni imprigionate.

Per GUARDARE il SILENZIO del VISIBILE nella Moda e ASCOLTARE lo SPAZIO della LUCE come Arte connessa all’essenza del rigore che ho imparato da Amalia Di Lanno, che ringrazio sempre. Possiamo resistere solamente con le relazionali di visioni educate, collettive e allenate dove tutto si può trasformare in una questione di empatia, etica ed estetica dei sentimenti che oggi molti non sono in grado di comprendere e sentire. Ecco perché un nostro bisogno comune di condivisione Insieme, unione dove costruiamo pathos di nuova generazione.

L’educazione a come coltivare e conservare l’identità estetica ed etica conduce verso uno stare e lavorare bene nel Mondo che rappresenta il focus del progetto che KUBO propone come PERcorSO back to human.® InnAmoramento della leggerezza creativa fluida che per noi è il principio della forma di KUBO come valore di inclusione autentica. Siamo sempre alla ricerca di applicazioni innovative nella formazione per stimolare la motivazione per cui l’arte funziona, crea un osservatore personale, durante l’atto stesso dell’osservare.

Il nostro metodo AEM_ Aestethic Empathy Method del PERcorSO back to human.® è applicazione dell’arte di osservare l’essenza.

 

Francesca: Un anno dopo ci ritroviamo a condividere i ricordi del passato, a respirare le vibrazioni del presente e a creare i nuovi orizzonti del futuro. Quale futuro immagini per KUBO?

Andrijana: Per noi il futuro è vivere il presente in una modalità partecipat(t)iva, agire andando oltre la sfera delle possibilità visibili nell’ottica di sperimentare sempre in relazione con l’altro nuove opportunità di perfezionamento personale e professionale. A riguardo, il nostro avvenire ci porterà a breve in diversi spazi e aziende dove inizieremo il nostro KUBO Empathy_APP Tour, una serie di presentazioni e sperimentazioni del progetto back to human.® per poi avviare e strutturare al meglio percorsi personalizzati di formazione con l’obiettivo di educare e allenare l’occhio a vivere e sentire in empatia migliorando sé stessi, nella conoscenza autentica della propria identità applicata al proprio agire.

Grazie ai believers che in KUBO hanno sperimentato e applicato il #giocoserio di un filo unito in un #cerchiodemocratico, nel credere e agire empaticamente.

A:More.

 

 

Andrijana Popovic

psicologa di moda

Amalia Di Lanno

communication manager

KUBO via Marconi, 4A – 70132 Bari

info@kubobari.it www.kubobari.it

credit immagini

Santa Scioscio

Dina Pistillo

Alessandra Fanizzi

Aleksandar Dobrohotov

Amalia Di Lanno

Enrico Fico

 

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