MATTIA ZOPPELLARO

A testimonianza che fotografia e video invadono sempre più lo spazio del quotidiano, reale e virtuale, assumendo un ruolo di cruciale importanza nelle nostre vite, Arte Fiera ha dedicato a questo linguaggio espressivo, per il secondo anno consecutivo, una specifica sezione dal titolo Fotografia e immagini in movimento, a cura del collettivo Fantom (rappresentato da Selva Barni, Ilaria Speri, Massimo Torrigiani, Francesco Zanot).

Tra le venti gallerie partecipanti, con l’obiettivo di costituire un luogo privilegiato da cui osservare le più recenti ricerche, senza prescindere da alcuni punti di riferimento del passato, anche Traffic Gallery con uno stand interamente dedicato al lavoro di Mattia Zoppellaro

Homeless Rapper

Mattia Zoppellaro, Straight Outta Pikine, Dakar, 2010, Courtesy of the Artist & Traffic Gallery

Due progetti agli antipodi sia per collocazione geografica che per estrazione culturale – la scena hip hop della città di Dakar e quella neo punk russa – che trovano nella ricerca di questo autore, da sempre interessato alle culture musicali giovanili, il loro trait d’union. 

Dopo aver studiato fotografia allo IED di Milano e aver lavorato per due anni presso Fabrica – The Benetton Group Communications Research Center – Zoppellaro si trasferisce a Londra e comincia ad approcciare il mondo della musica collaborando nel tempo con le più importanti riviste musicali e di cultura contemporanea. Ha realizzato diversi reportage sociali, di costume e sui movimenti giovanili e in questa occasione ha presentato due progetti dal titolo STRAIGHT OUTTA PIKINE e CCCP che trattano il tema dei movimenti giovanili underground rispettivamente in Senegal e Russia.

United Help Fest 2012

Mattia Zoppellaro, CCCP, Russia, 2012, Courtesy of the Artist & Traffic Gallery 

“Sono scatti che risalgono a qualche anno fa e che prendono ispirazione i primi, quelli in Senegal, dal movimenti hip hop – rap americano nato nel Bronx, che già a sua volta mutuava molti caratteri da quello africano, e utilizza i testi delle canzoni come denuncia sociale, come protesta nei confronti della repressione del governo e della povertà: un tentativo per far valere i diritti delle persone. Le immagini della Russia si focalizzano invece sulla scena punk che i giovani stanno rivivendo adesso, dato che negli anni Ottanta in Unione Sovietica non gli era stato possibile. Indossano giubbotti con le borchie, portano i capelli con le creste, un look che non è più contemporaneo ma addirittura quasi vintage per noi. Eppure per loro è come una forma di liberazione che mettono in atto attraverso un passato che non hanno mai avuto. Qui, a differenza che per i rappers senegalesi che cantano e istruiscono la gente, la protesta ha più il carattere di una performance, quasi un atto fisico, artistico, un tentativo di ribellione che si avvale del linguaggio punk.”

Mattia Zoppellaro, Straight Outta Pikine @ Dakar, 2010, Print on Canson Baryta 2019, 100x150cm, Ed. of 5 2ap, Courtesy of the Artist & Traffic Gallery

Mattia Zoppellaro, Straight Outta Pikine, Dakar, 2010, Courtesy of the Artist & Traffic Gallery

Gente lontana eppure accogliente, disponibile a raccontarsi, anche se non sempre agevole da raggiungere. Dopo aver contattato dei gruppi punk su Facebook, Zoppellaro racconta di essere arrivato a San Pietroburgo per un appuntamento con una persona alla quale avrebbe dovuto comunicare la sua parola d’ordine. Grazie a quella è salito su un treno verso la Finlandia e sceso, dopo tre ore di viaggio, quasi al confine in mezzo alla tundra; ha proseguito poi il suo cammino per altre due ore fino a raggiungere il luogo in cui ha realizzato questi scatti. Dopo il 2012 infatti, in seguito alla performance al Cremlino da parte del gruppo punk-rock femminista delle Pussy Riot, ogni raduno a sfondo musicale che contava più di cinque partecipanti era considerato illegale dal governo Putin. Ecco quindi la necessità di andare il più lontano possibile, di nascondersi dalla civiltà e da tutto per poter organizzare eventi come quelli cristallizzati nelle sue fotografie.

United Help Fest 2012

Mattia Zoppellaro, CCCP, Russia, 2012, Courtesy of the Artist & Traffic Gallery 

“In genere quando fotografo non lo faccio mai per dire qualcosa. Lo faccio sempre allo scopo di conoscere, utilizzo lo strumento della macchina fotografica come un modo per avvicinarmi alle cose. Come una sorta di chiave che mi dia la possibilità di aprire la porta di un mondo che mi interessa e voglio approfondire. In entrambi i casi il mio è stato, umilmente e semplicemente, il processo di una persona che voleva conoscere una realtà che lo affascinava. Per questo affermo che le mie foto non hanno una pretesa sociale, almeno non direttamente, magari l’avranno indirettamente, non lo so. Perché la mia fotografia non vuole tanto informare sulla realtà. Vuole piuttosto conoscerla.” 

United Help Fest 2012

Mattia Zoppellaro, CCCP, Russia, 2012, Courtesy of the Artist & Traffic Gallery 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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