TORINO ART WEEK 2022: istruzioni per l’uso

Una mini guida per orientarsi nella Torino Art Week! Lista di cose da vedere – e che vedrò e di cui scriverò – questa settimana, rigorosamente in ordine sparso.

Comincio con il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, che dal 3 novembre 2022 al 26 marzo 2023 presenta la mostra Orizzonti Tremanti dell’artista islandese-danese Olafur Eliasson, a cura di Marcella Beccaria. Lavorando con la scultura, la pittura, la fotografia, i film, le installazioni e i media digitali, e riflettendo sulle categorie di tempo, movimento e instabilità, Eliasson indaga il modo in cui co-creiamo e percepiamo i nostri ambienti. Per questo progetto espositivo, l’artista trasforma la Manica Lunga del Castello di Rivoli presentando una nuova serie di sei opere d’arte immersive, simili a dispositivi ottici dalla struttura a cuneo, generate in tempo reale utilizzando fasci di luce elettrica che si riflettono in bacini d’acqua oppure che attraversano un sistema di lenti. In occasione di Orizzonti tremanti, una speciale sala di lettura dedicata a Eliasson sarà aperta al pubblico negli spazi della Biblioteca e del CRRI del Castello di Rivoli, con una selezione di quasi cento cataloghi monografici che coprono la produzione dell’artista, a partire dalle primissime mostre personali negli anni Novanta fino ad oggi. In aggiunta, si potranno vedere l’installazione Your circumspection disclosed (1999), allestita nel mezzanino della Manica Lunga, sala per la quale era stata originariamente ideata dall’artista, e The sun has no money (2008) che sarà ri-allestita nella sala a volta del XVIII secolo per la quale era stata inizialmente progettata da Eliasson. La mostra è realizzata in concomitanza con quella dell’artista presentata a Palazzo Strozzi a Firenze

Cover story: Olafur Elliason, Light experiments for the upcoming exhibition Orizzonti tremanti, Trembling horizons, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, 2022. Ph. Tegan Emerson. Courtesy Studio Olafur Eliasson

A partire dal 4 novembre 2022 e fino al 15 gennaio 2023, OGR Torino presenta RHAMESJAFACOSEYJAFADRAYTON, la prima personale dedicata all’artista e regista statunitense Arthur Jafa da un’istituzione italiana. La pratica di Jafa comprende film, manufatti, e happenings, che sfidano ogni categorizzazione in una ricerca sulla Black culture negli Stati Uniti di un’intensità e complessità senza precedenti. Realizzate in oltre tre decenni, le opere multidisciplinari dell’artista mettono in discussione alcuni assunti culturali dominanti su temi identitari e razziali attraverso esperienze cinematografiche sperimentali e immersive. Alla 58^ Biennale di Venezia (2019), con l’opera “The White Album”, esposta in mostra a May You Live in Interesting Times al Padiglione Centrale dei Giardini, è stato premiato con il Leone d’oro come miglior artista. Una domanda ricorrente guida la sua pratica artistica: come possono i media, gli oggetti, le immagini statiche e quelle in movimento trasmettere la potenza, la bellezza e l’alienazione proprie della Black music statunitense? Un’indagine alla quale allude anche il titolo della mostra, citando i nomi di tre chitarre elettriche: Arthur Rhames (1957–1989), Pete Cosey (1943–2012), Ronny Drayton (1953–2020). Commissionato e prodotto da OGR Torino in collaborazione con Serpentine, curato da Claude Adjil e Judith Waldmann con Hans Ulrich Obrist, il progetto nasce da un’idea di Amira Gad ed è parte del tour della mostra di Jafa A Series of Utterly Improbable, Yet Extraordinary Renditions promosso da Serpentine. La mostra è concepita dall’artista per gli spazi del Binario 1 come un’unica grande installazione e riunisce alcuni dei lavori più recenti dell’artista, mai esposti prima in Italia.

Arthur Jafa, Billboard, Arthur Jafa LIVE EVIL, LUMA Arles, France, April 14 - December 31, 2022 © Arthur Jafa, Courtesy of the artist, LUMA Arles and Gladstone Gallery, Ph. Andrea Rossetti

Arthur Jafa, Billboard, Arthur Jafa LIVE EVIL, LUMA Arles, France, April 14 - December 31, 2022 © Arthur Jafa, Courtesy of the artist, LUMA Arles and Gladstone Gallery, Ph. Andrea Rossetti

Il 3 novembre alle 19, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo inaugura 4 nuove mostre: Air Pressure (A diary of the sky) di Lawrence Abu Hamdan, Eyelids Towards Evening di Victor Man, Backwards Ahead con opere della Collezione Sandretto Re Rebaudengo e Liquid Transfers di Diana Policarpo (illy Present Future Prize Exhibition 2021).

Lawrence Abu Hamdan | Air Pressure (A diary of the sky), a cura di Irene Calderoni e Amanda Sroka. Si tratta di una nuova installazione video e audio multicanale dell’artista vincitore della terza edizione della Future Fields Commission in Time-Based Media assegnata congiuntamente da Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e dal Philadelphia Museum of Art. Lawrence Abu Hamdan è un ricercatore audio indipendente il cui lavoro analizza la dimensione politica del suono attraverso una pluralità di media quali registrazioni sonore, tecnologie di sorveglianza e materiali d’archivio. La nuova opera Air Pressure (A diary of the sky) esplora l’ecologia del rumore propria dello spazio aereo libanese, e si concentra in particolare sugli episodi in cui l’aviazione israeliana ha attraversato i cieli del Libano, in violazione agli accordi tra le due nazioni mediati dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Attraverso un’installazione sonora e cinematografica, il lavoro restituisce in maniera tangibile queste ricorrenti violazioni, proponendo una riflessione sulla violenza atmosferica che è diventata parte della vita quotidiana libanese.

Victor Man | Eyelids, Towards Evening, a cura di Eugenio Re Rebaudengo.“La mostra personale Eyelids, Towards Evening (Le palpebre, verso sera) raccoglie diciannove opere realizzate da Victor Man nel corso degli ultimi dieci anni e offre, per la prima volta, un focus esclusivo sui generi del ritratto e dell’autoritratto, generi che hanno assunto una rilevanza profonda, nel tempo, all’interno della sua pratica pittorica. L’artista stesso, insieme a persone e affetti a lui vicini, sono i protagonisti di questi dipinti, attraverso i quali si compone una narrazione interiore e autobiografica che manifesta un tratto essenziale del lavoro di Man, ovvero la nozione che la materia più intima dell’arte sia l’esistenza individuale insieme con la sua trasfigurazione poetica” (dal testo critico di Alessandro Rabottini).

Victor Man, Red and DarhHaired Sisters, 2017, Oil on canvas, 28 3:4 x 22 inches (73 x 56 cm)

Victor Man, Red and Dark Haired Sisters, 2017, Oil on canvas, 73 x 56 cm

Backwards Ahead Opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo. La collettiva è costruita attraverso un nucleo di opere, parte della Collezione Sandretto Re Rebaudengo, che esplorano i concetti di tempo, di storia e di prova. La mostra prende in prestito il titolo dall’omonima opera dell’artista Kiran Subbaiah, un’installazione a circuito chiuso che complica l’idea di temporalità attraverso un processo di controllo di visitatori e visitatrici, ma anche di sovversione della loro percezione. Concepita in stretta connessione con le altre mostre in Fondazione, con gli immaginari connessi alla memoria di Victor Man e con il sistema di costruzione di prove e testimonianze di Lawrence Abu Hamdan, Backwards Ahead indaga le temporalità non lineari costruendo relazioni tra arte e storia, tra retorica e verità. Artisti in mostra: June Crespo, Liz Glynn, Paul Graham, Josh Kline, Goshka Macuga, Yinka Shonibare, Slavs and Tatars, Simon Starling, Kiran Subbaiah, Andra Ursuta.

Diana Policarpo | Liquid Transfers, illy Present Future 2021 Prize Exhibition, a cura di Bernardo Follini. In occasione di Artissima 2022, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta Liquid Transfers, mostra personale di Diana Policarpo, vincitrice del Premio illy Present Future 2021, la ventiduesima edizione dell’iniziativa promossa da illycaffè. Il progetto di Policarpo è una nuova produzione realizzata per il premio, concepita come nuova tappa di un più ampio percorso di ricerca dell’artista. Questa ricerca di lungo corso indaga la relazione tra mondo vegetale e le sfere sociali, politiche ed economiche, incrociando registri scientifici e speculativi.

Dal 2 novembre 2022 al 14 gennaio 2023, MAZZOLENI ospita a Torino la la terza e ultima tappa del ciclo di esposizioni che celebrano gli 80 anni di Oliviero Toscani. La mostra TOSCANI CHEZ MAZZOLENI, a cura di Nicolas Ballario, raccoglie un’ampia selezione di scatti realizzati dal fotografo, dalle sue immagini più iconiche e conosciute al corpus inedito di fotografie del Grande cretto di Burri di Gibellina, presentate per la prima volta con la tecnica innovativa della stampa su cemento. Il percorso espositivo si apre al piano terra della galleria con un’antologia di oltre cento immagini che ripercorrono la potenza creativa di Oliviero Toscani abbracciando la sua intera carriera, dagli esordi alla Kunstgewerbeschule di Zurigo alle celebri fotografie realizzate per le campagne di comunicazione che ne hanno consacrato la fama internazionale, fino agli scatti di moda e ai ritratti di personalità del mondo dell’arte quali Andy Warhol. Salendo al piano nobile, il percorso di mostra si snoda attraverso una selezione più rarefatta, una serie di scatti impressi per la prima volta con una particolare tecnica su lastre di cemento di grandi dimensioni, che conferisce alle immagini corpo e tridimensionalità.

Oliviero Toscani, Untitled, 1991 ©olivierotoscani. Courtesy the Artist, Mazzoleni, London - Torino

Oliviero Toscani, Untitled, 1991 ©olivierotoscani, Courtesy the Artist, Mazzoleni, London - Torino

Dal 5 novembre 2022 al 2 aprile 2023 (inaugurazione venerdì 4 novembre ore 18), il Museo Nazionale della Montagna presenta la collettiva The Mountain Touch, a cura di Andrea Lerda.  La mostra nasce nel solco della precedente esposizione Ecophilia. Esplorare l’alterità, sviluppare empatia, da una serie di evidenze emerse in relazione alla crisi climatica e al periodo pandemico. In risposta alla perdita di biodiversità e al progressivo degrado degli ambienti naturali, si va affermando una crescente consapevolezza che il nostro benessere fisico e mentale sia strettamente legato a quello del nostro pianeta. L’esposizione, senza la pretesa di offrire una lettura esaustiva del tema, prova a offrire una panoramica dei principali temi di ricerca in materia e apre a una serie di interrogativi. Quale impatto potrà avere la devastazione ambientale in corso sulla nostra salute? Come ricorrere all’ecoterapia per far fronte all’ecoalienazione? Che ruolo rivestono esperienze come la montagnaterapia, la terapia forestale, l’ormai noto Shinrin-Yoku o “bagno di foresta”, la progettazione biofilica e quella di parchi urbani per arginare la sindrome da “deficit di natura” o le malattie mentali psicoterratiche? The Mountain Touch presenta le opere di 14 artisti italiani e internazionali – Paola Anziché, Emanuela Ascari, Sara Berts, Zheng Bo, Ruben Brulat, Alberto Di Fabio, Michael Fliri, Christian Fogarolli, Lucas Foglia Fernando, García-Dory Nona Inescu, Marcos Lutyens, Andrea Nacciarriti, George Steinmann e Peter Stridsberg – in dialogo con una narrazione scientifica a cura di Federica Zabini e Francesco Meneguzzo, ricercatori presso l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio Nazionale per le Ricerche. La mostra si amplia con l’opera dell’artista Zheng Bo esposta nell’ambito dell’esposizione Buddha10. Frammenti, derive e rifrazioni dell’immaginario visivo buddhista, al MAO Museo d’Arte Orientale di Torino fino al 3 settembre 2023.

Michael Fliri, My private fog II, 2017, Fotografia a colori, Courtesy l’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano. Ph. Rafael Kroetz

Michael Fliri, My private fog II, 2017, Fotografia a colori, Courtesy l’artista e Galleria Raffaella Cortese, Milano. Ph. Rafael Kroetz

Recontemporary inaugura il 4 novembre, dalle 19  alle 21, e sarà visitabile per tutto il periodo di Artissima, la mostra Inverso Mundus realizzata in collaborazione con Galeria Senda di Barcellona e Mon Viewing Room di Michele Forneris, con il supporto tecnico di Vi.Ma. Il lavoro è firmato dal collettivo AES + F, artisti che hanno rappresentato la Russia in diverse occasioni e manifestazioni come la Biennale di Venezia e di San Paolo, e che in questo momento hanno preso apertamente le distanze dalle politiche del loro paese. Una scelta volta a supportare la produzione artistica indipendentemente dal Paese di origine. Inverso Mundus è una critica alla distopica situazione che viviamo ai giorni nostri, tra crisi climatica, sociale ed economica, sfruttamento e disparità di genere. L’opera video, della durata di 40 minuti circa, viene presentata con un allestimento studiato ad hoc dal designer Andrea Isola con il contributo dei partecipanti al workshop di Exhibit Design organizzato da Recontemporary nei giorni subito precedenti l’inaugurazione. Ad arricchire la mostra, il suggestivo Mon Viewing Room del collezionista Michele Forneris, ospita in collaborazione con Recontemporary un’ulteriore opera degli artisti: Psychosis, visitabile su appuntamento inviando una email all’indirizzo spaziomon@gmail.com: una piccola chicca nascosta nella città per i più curiosi.

AES + F, Inverso Mundus, 2015, HD video installation (Single channel version, dur. 38 min) - RECONTEMPORARY

AES + F, Inverso Mundus, 2015, HD video installation (single channel version, dur. 38 min) - RECONTEMPORARY

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