WILLIAM E. JONES, Holes in the Historical Record

La Galleria Raffaella Cortese di Milano ha recentemente inaugurato la terza personale dell’artista americano William E. Jones dal titolo Holes in the Historical Record: opere fotografiche e video che mettono in relazione lo spettatore con le tematiche fondanti del lavoro di questo autore impegnato a indagare in maniera critica tra le altre la Storia e il potere e il loro nesso causale.

Nato e cresciuto in un piccolo paese dell’Ohio, William E. Jones può considerarsi oggi uno dei principali registi della scena indipendente americana di Los Angeles. La sua poetica che si esprime attraverso un linguaggio composito di film e video, ma anche di fotografie, stampe e testi, unisce la ricerca con la sperimentazione formale rivelando in particolare un profondo interesse per l’analisi delle dinamiche socio-politiche che si manifesta attraverso la raccolta dei documenti di Stato dimenticati, non ufficiali o volontariamente censurati e attraverso la loro riorganizzazione e ricontestualizzazione.

Le opere oggetto della mostra in galleria, un video da titolo Rejected (2017) e una serie di dittici e trittici fotografici, aprono un varco sull’enorme quantità di documenti custoditi presso la Library of Congress di Washington.

Farm Security Administration (FSA) fu uno dei programmi statali nati allo scopo di documentare, attraverso una serie di immagini fotografiche, la recessione della società americana negli anni tra il 1935 e il 1944 quando poi tutta la documentazione fu trasferita alla Library of Congress. La Information Division gestita da Roy E. Stryker imponeva ai fotografi che prendevano parte al programma di attenersi a specifici temi e soggetti, pena la censura. Infatti i negativi, che dovevano essere inviati all’ufficio centrale di Washington per essere sottoposti al controllo dello stesso Stryker, se ritenuti in qualche modo sconvenienti venivano bollati come “killed” e successivamente forati così da renderne impossibile la pubblicazione.

Le immagini utilizzate per la mostra presentano una forma circolare nera della stessa grandezza che è il foro sul negativo della foto originale. Sono poi state leggermente editate dall’artista in modo che la posizione del cerchio nero risulti analoga per tutte, uniformando così anche la scala dei soggetti.

La portata critica della sua arte, che invita a non vedere mai in un documento qualcosa di acquisito, si afferma nel desiderio di “salvare una parte di storia americana del XX secolo dall’oblio” come spiega lui stesso. E restituendo alle fotografie l’originaria libertà conferisce loro il valore di un’ulteriore testimonianza, un’altra stratificazione emotiva e comunicativa. Un diverso principio metodologico connesso all’aspetto estetico di gesti arbitrariamente trascurati da Stryker eleva le immagini a status di opere d’arte e le ricompone in un sistema a traccia visiva che trasmette e dà a tutta questa ricognizione un significato e un senso nuovi. Una possibilità di visione alternativa che viene offerta allo spettatore affinché guardi, scruti, analizzi, interpreti una realtà rimasta a lungo inaccessibile.

William E. Jones, Holes in the Historical Record 

Galleria Raffaella Cortese via Stradella 7 Milano – web site  – FacebookInstagram 

17 maggio – 28 luglio 2018 | martedì – sabato h. 10:00 – 13:00 / 15:00 – 19:30 e su appuntamento 

Foto di Elisabetta Brian

Abiti art259design

 

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