L’APE PARMA MUSEO CELEBRA ALDO TAGLIAFERRO

É stata prorogata sino al 3 agosto la mostra ALDO TAGLIAFERRO. OPERE NELLO SPAZIO – Rappresentazione tra realtà e memoria ospitata presso l’APE Parma Museo, l’innovativo centro culturale e museale ideato e realizzato da Fondazione Monteparma. A cura di Cristina Casero, l’esposizione intende gettare luce sull’importante lavoro dell’artista la cui vicenda, collocandosi nel pieno fermento degli anni Sessanta e Settanta, ha dato un decisivo contributo teorico e storico a quel periodo.

La personale raccoglie le grandi opere, le installazioni e i progetti di Tagliaferro (Legnano, 1936 – Parma, 2009), ma anche i lavori giovanili che sono messi in relazione con quelli di altri “compagni di viaggio”, tra cui Arturo Vermi, Enrico Castellani e Agostino Bonalumi, con i quali a partire dal 1963 condivide l’esperienza del “Quartiere delle botteghe” a Sesto San Giovanni (MI), così nominato dal suo ideatore, il costruttore edile e collezionista Felice Valadè. Ad essi si aggiungono poi Bruno Di Bello, Elio Mariani, Gianni Bertini e Mimmo Rotella, insieme ai quali nel 1968 aderisce al manifesto della Mec-Art teorizzato dal critico militante Pierre Restany.

Aldo Tagliaferro, Analisi di un ruolo operativo, 1970, Courtesy Collezione Juliana e Luigi Franco, Torino. Ph. Giovanni Pattoneri

Non mancano le opere iconiche come Analisi di un ruolo operativo (1970) e Verifica di una mostra (1970), in cui l’artista analizza tutta una serie di elementi apparentemente secondari come i rituali, i protagonisti e i fenomeni che ruotano intorno all’elemento opera. Cancellando i quadri esposti in mostra e fissando con il mezzo fotografico gli aspetti caratterizzanti il momento dell’inaugurazione della stessa, trasforma lo spettatore in attore, elevandolo da una posizione contemplativa a una posizione attiva. Qualche anno più tardi, con L’Io-ritratto (1977-79), Tagliaferro indaga anche il tema della frammentazione dell’immagine, della sua serializzazione o duplicazione. Esplora così il proprio “io” attraverso la propria immagine frontale, il suo negativo e l’immagine della nuca, utilizzando la fotografia come una sorta di specchio utile a prendere coscienza di sé.

Con il supporto dei materiali custoditi nel suo archivio, il progetto espositivo dà conto anche del periodo della maturità, quando si fanno più significative le istanze autobiografiche. Ne emerge una figura coerente, che fonda la sua ricerca su una tensione etica oltre che estetica, servendosi della fotografia quale strumento idoneo a mettere in atto quel processo di “rilevamento-rivelamento” dell’immagine al fine di creare uno sazio di fruizione soggettivo  più ampio.

Accompagna la mostra il catalogo edito da MUP Editore, che verrà presentato martedì 22 luglio alle ore 17.30 presso l’Auditorium dell’APE Parma Museo (ingresso libero fino a esaurimento posti). Il volume è risultato di un importante lavoro di ricerca e approfondimento. Contiene i contributi critici di Cristina Casero, curatrice della mostra, e di Carla Dini, ed è arricchito da un ampio apparato iconografico, che documenta il percorso espositivo allestito nelle sale. L’intento è quello di restituire al pubblico la complessità della ricerca di Tagliaferro, artista profondamente legato a Parma e figura di rilievo nell’ambito delle avanguardie italiane della seconda metà del Novecento.

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Cover story: Aldo Tagliaferro, L’Io-ritratto (1977-79), particolare n. 28, Courtesy Galleria Niccoli Parma

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