La storia di Luciano Di Lodovico attraversa cent’anni di storia del nostro Paese, abbracciando un secolo di stravolgimenti radicali: dalla miseria post bellica alla ricostruzione, dalla globalizzazione all’era digitale, sino all’incertezza – direbbe il sociologo Zygmut Bauman – per la condizione «liquida» della società contemporanea. La sua voce narrante ci accompagna per mano lungo la traiettoria di un racconto in cui il destino dell’uomo è sempre intrecciato con il destino del suo tempo. A volte se ne fa custode, altre interprete, altre ancora cerca un varco dove infilarci la propria libertà. Raccogliendo le parole di quest’uomo la cui garbatezza d’altri tempi si posa sui fatti sempre misurandoli, mai ostentandoli e tanto meno lamentandoli, ho tirato le fila di una vicenda umana, prima ancora che lavorativa, piena di passione e anche di coraggio. Determinato e risoluto, Luciano ha affrontato le sue sfide senza esitazione, mai temendo di mutare insieme al mondo e tenendo ben saldi i propri valori e principi. Sullo sfondo, una città che cambia insieme ai cambiamenti del protagonista, che passa dall’infanzia alla prima giovinezza sino all’età adulta, facendosi testimone della trasformazione sociale, culturale e urbanistica di Roma. Una città policentrica, con molte identità sovrapposte, in cui la distanza tra centro e periferia non è solo geografica ma soprattutto economica e persino linguistica e dove il quartiere di San Lorenzo, cuore pulsante di tutta la narrazione, gioca un ruolo cruciale anche nel plasmare le identità dei personaggi che animano il racconto. Un’umanità, quella dei «borgatari» e del vivace mondo che prende vita insieme al chiosco di fiori, schietta e autentica. Forse, un’umanità che non c’è più. Eppure, se questa testimonianza ha un valore, ce l’ha per la caparbietà con cui il suo autore si ostina a guardare in avanti, verso il punto più lontano del suo orizzonte, senza lasciarsi mai travolgere da quello strano sentimento chiamato nostalgia: il desiderio doloroso di tornare, che rende gli uomini stranieri in terra propria anziché avventurieri alla scoperta dell’ignoto.

SINOSSI
Raccontando la trama della sua vita, Luciano Di Lodovico racconta il viaggio di una famiglia e di un’eredità fatta di bellezza, resilienza e passione. Dall’intuizione del nonno Silvio, che nel 1925 a Roma avvia un piccolo chiosco di fiori al Cimitero Monumentale del Verano, alla rinascita dopo i bombardamenti di San Lorenzo, sino al progetto di floral design di respiro internazionale che è oggi Oreste Fiori, al servizio dei più importanti brand del lusso (tra cui Bulgari, Dior, Fendi, Louis Vuitton, Tiffany & Co.), il libro attraversa un secolo di storia, di sogni e trasformazioni. Il protagonista intreccia memoria e sentimento, narrando un mestiere nobile e antico che muta insieme alla ricerca di sé e della propria identità, sullo sfondo di un mondo in continua e rapida evoluzione. Un omaggio alla dedizione silenziosa di chi lavora con le mani e con il cuore, custodendo e rinnovando le proprie radici.

SCHEDA LIBRO
A mia cura
Anno 2025
Formato 16.8 x 24 cm
Pagine 128
Copertina cartonato
Lingua Italiano
ISBN 978-88-9397-116-4









