ALTER-MODERNITA’

E’ il critico d’arte francese Nicolas Bourriaud, dopo aver curato nel 2009 alla Tate Britain la collettiva “Altermodern” – vero e proprio manifesto della nuova modernità – che nel suo libro “The Radicant”, un approfondimento teorico di quanto veniva abbozzato in quella mostra, parla di “alter-modernità” suggerendo la simultanea presenza di più possibilità, di più alternative, di più temporalità.

E’ così anche nel variegato e complesso scenario della moda dove non esiste una sola strada principale, non c’è un’unica alternativa al cosiddetto mainstream, c’è piuttosto la compresenza di più idee e diverse forme. Intrecciarle con atteggiamento randomico mi permette di collocarmi in questa nostra contemporaneità frammentata, una contemporaneità in cui le forme della moda non sono più né categoriche né universali ma direi piuttosto libere e individuali. Un aspetto, questo, che ha a che fare con il bisogno di recuperare una dimensione più concreta, più tangibile e meno immateriale della cultura della moda, in un momento storico in cui tutto si sta smaterializzando.

Indossare un vestito significa viverlo, far vivere una sensibilità che sentiamo vicina, far vivere uno stile. Volevo che fosse moderno e metropolitano, come una scena della più casuale vita possibile.

Cappotto Elle Venturini, Pantaloni AF Vandevorst, Orecchini Aumorfia

Cappotto Maatroom, Pantaloni AF Vandevorst, Orecchini Aumorfia

Cappotto Lucio Costa, Pantaloni AF Vandevorst, Orecchini Aumorfia

Cappotto MARIOS, Pantaloni AF Vandevorst, Orecchini Aumorfia

Cappotto Agata Della Torre, Pantaloni AF Vandevorst, Orecchini Aumorfia 

Cappotto Yohji Yamamoto, Pantaloni AF Vandevorst, Orecchini Aumorfia

 

Tratto dai miei Appunti per un Manifesto per una Alter-modernità 

Foto  Elisabetta Brian

In copertina indosso:  Elle Venturini

Fonte: Maria Luisa Frisa, Le forme della moda, Ed. Il Mulino 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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