IBRIDA 2021, ACCELERAZIONE INTERMEDIALE

Si svolge a Forlì dal 24 al 26 settembre 2021, negli spazi di EXATR, hub votato al contemporaneo e situato nel centro storico della città, la sesta edizione di Ibrida, il Festival delle Arti Intermediali che traduce in proposta culturale e artistica – tra videoarte, performance art e musica elettronica – l’accelerazione digitale che tutti abbiamo vissuto nei mesi scorsi.

«Con la pandemia c’è stata una vera e propria accelerazione dei processi digitali. Le nuove produzioni artistiche sono traccia di una rivoluzione della quale non si può più fare a meno» raccontano Francesca Leoni e Davide Mastrangelo ideatori e direttori artistici della manifestazione organizzata dall’associazione culturale Vertov Project con il contributo di diversi critici e artisti nazionali e internazionali. «Ibrida Festival nasce nel 2015 allo scopo di indagare e divulgare le produzioni e le ricerche recenti nell’ambito della videoarte, accogliendo in maniera del tutto naturale al suo interno anche la performance art e la musica elettronica abbinata alla sperimentazione sulle immagini. Le Arti Intermediali, nomen omen, prevedono l’utilizzo di diversi media contemporaneamente (il video, l’installazione, la musica, la performance live), in un’ottica di ibridazione.»

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Francesca Leoni e Davide Mastrangelo, EXATR, ph. Consuelo Canducci, courtesy VertovProject

Tanti gli artisti partecipanti: Rino Stefano Tagliafierro con il concerto multimediale Tríptiko, Apotropia, Riccardo Balli, MUVIC con Olympia, nonché Cosimo Terlizzi che insieme a Fiorenza Menni e Luca Maria Baldini presenterà la performance – un intreccio di video, teatro e musica elettronica – dal titolo “Non troverete nulla di me in questo film”.

Saranno proposte oltre cento opere di videoarte provenienti da oltre trenta Paesi. Di particolare interesse le creazioni della videoartista brasiliana Kika Nicolela, che sarà presente al Festival, e le sezioni monografiche a cura di Piero Deggiovanni dedicate al lavoro di due artiste contemporanee: Elisa Giardina Papa e Francesca Lolli.

Proprio a quest’ultima ho rivolto qualche domanda in merito al Festival e alla selezione di opere che presenterà in questa occasione.

FI: Sei ormai un’abitué di Ibrida e mi pare che tu abbia seguito la manifestazione fin dalla sua prima edizione. Cosa rappresenta per te e che giudizio complessivo ne dai?

FL: Ibrida è come casa per me. È realmente un Festival al quale partecipo sempre con tanto piacere. Questo per ragioni non solo professionali: ogni volta che mi sono trovata lì ho sempre incontrato (per la prima volta o di nuovo) artisti ed esperti del settore con i quali è bello confrontarsi sia sul piano professionale che su quello umano. Francesca Leoni e Davide Mastrangelo (ideatori e direttori artistici della manifestazione) dedicano anima e corpo a questo evento, e tutto l’impegno e la passione che mettono si traduce nella bellissima programmazione e nell’atmosfera che si crea durante i giorni dedicati al Festival. Credo che Ibrida sia anche uno degli appuntamenti più importanti a livello artistico in Italia, perché ha uno sguardo spalancato verso nuovi linguaggi, nuovi punti di vista senza preconcetti.

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ⓒ Francesca Lolli, Still form video, Artist Must be Beautiful in 2014, dur 2m 13s, 2014

FI: La sezione monografica, curata da Piero Deggiovanni, che il Festival ti dedica, ripercorre le tappe salienti della tua carriera dagli esordi fino ad oggi. Qual è l’universo che hai cercato e cerchi di raccontare attraverso il tuo lavoro?

FL: L’universo che cerco di raccontare è abitato da creature che sperimentano la vita: un universo visto, vissuto e agito da donne che di conseguenza mi impone di indagare gli stereotipi e le violenze legate al genere. La responsabilità sociale che sento insita nel mio lavoro mi porta a parlare con sincerità di ciò che, essendo donna, sento familiare cercando, attraverso i temi da me analizzati, di passare dall’individuale all’universale. Le donne che dipingo sono figure archetipe forti, non sempre vittoriose, stanche di essere assorbite nella retorica delle guerriere, non più accondiscendenti rispetto alle aspettative caricate sulle loro spalle, spesso sopraffatte e sconfitte da un sistema che le disegna come categoria fragile e sottomessa. Con i miei lavori affronto i temi del corpo sociale (del suo uso e abuso), della libertà di espressione, dei diritti civili, dell’uguaglianza.

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ⓒ Francesca Lolli, Still from video, In uterus, dur2m 40s, 2016

FI: Da sempre interessata a dipingere la condizione femminile, hai lavorato recentemente alla serie fotografica “Come tu mi vuoi” dedicata proprio alla questione degli stereotipi di genere. Rispetto a questo tema, quale ruolo e responsabilità senti di avere come artista?

FL: In tutti i miei lavori affiora la consapevolezza che la questione femminile è lungi dall’essere risolta e che, troppo spesso, i diritti già acquisiti rischiano di non esserlo più. Quello che emerge è un eterno ritorno del patriarcato. Vorrei, a questo punto, citare le parole della scrittrice e giornalista specializzata in tematiche di genere e diritti civili Giulia Blasi, dal suo libro intitolato Manuale per ragazze rivoluzionarie: “Siamo arrivate a un punto di svolta: un punto in cui se accettiamo di giocare secondo le regole siamo finalmente ammesse alla mensa dei patriarchi per nutrirci del poco cibo che ci viene allungato. Ma il femminismo non si siede al tavolo con il patriarcato: il femminismo lo rovescia, il tavolo.” Ecco quello che vorrei fare attraverso la mia ricerca: contribuire a rovesciare quel tavolo.

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ⓒ Francesca Lolli, Still from video, La santa e la puttana, dur 6m 30s, 2021
Cover story: Francesca Leoni, Davide Mastrangelo e Ibrida staff, EXATR, ph. Consuelo Canducci, courtesy by Vertov Project

Info e programma dettagliato: ibridafestival.it | ibridafestival@gmail.com

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