LE METAMORFOSI DELL’ANIMA IN MOSTRA A MIA FAIR

Da oggi e fino al 26 marzo, SUPERSTUDIO MAXI a Milano ospita la XII edizione di MIA FAIR, la fiera interamente dedicata all’immagine fotografica, al suo debutto quest’anno dopo l’ingresso nel gruppo di Fiere di Parma. Vi partecipano 100 espositori, tra cui 16 progetti speciali e oltre 80 gallerie, anche provenienti dall’estero, che rappresentano il cuore della main section.

Tra le tante proposte in mostra ha attirato la mia attenzione il progetto espositivo «Le metamorfosi dell’anima» curato da Claudio Composti, che presenta il lavoro fotografico di Margot Errante (Como, 1976) e Valentina Loffredo (Napoli, 1978). Un dialogo apparentemente distonico tra le due artiste, che da prospettive diverse trattano il tema delle ferite dell’anima, indagando attraverso l’arte l’evolutivo processo di guarigione.

Margot Errante, Le Metamorfsi dell'Anima, MIA FAIR, 2023

© Margot Errante 

Errante, che ha una formazione multidisciplinare che comprende studi linguistici ed antropologici, filosofia orientale, neuroscienze, meditazione e arti visive, e che ha studiato e lavorato per vent’anni in Cina, «mette a confronto corpo umano e corpo vegetale in dittici potenti» scrive Composti nel testo critico che accompagna l’esposizione, «associando il processo di scollamento dall’ego a quello di scortecciamento degli alberi, sintomo di stress e malattia, ma anche di crescita».

Loffredo, il cui lavoro partendo dalla fotografia si espande combinandosi con la scultura, l’installazione e l’illustrazione 3D, «ambienta in una dimensione onirica e simbolica la scena. Usa la metafora della spiaggia e del mare per indicare il momento di impasse del trauma ed il passaggio verso la sua risoluzione. Usa simboli e archetipi, come la sabbia e il mare, per raccontare la perdita di senso delle certezze (le boe arenate)» conclude il curatore.

Valentina Loffredo, Le Metamorfsi dell'Anima, MIA FAIR, 2023

©Valentina Loffredo

L’esperienza visuale che ne risulta è come una miscellanea, in cui ognuna delle autrici crea le coordinate per definire la propria presenza che concorre a formare l’intero racconto fotografico. Due linguaggi differenti, ciascuno con le proprie peculiarità, che si coniugano nel tentativo ben riuscito di dare bellezza all’incorporeo o all’immateriale di una sensazione o di un sentire. Sono immagini intime e soggettive quelle di Errante, simili allo scenario di un sogno quelle di Loffredo, ma tutte collocate in una zona metafisica che pare astratta dal tempo e che pone lo spettatore davanti a un reale sottoposto a metamorfosi, a un processo che intreccia gli opposti: fattualità fisica ed essenza di pensiero. Forse, il desiderio di restituire in forma di immagine l’intrattabile realtà.

Pazza o savia? Chiedeva Roland Barthes nel suo libro «La camera chiara»:

Le due vie della Fotografia sono queste. Sta a me scegliere se aggiogare il suo spettacolo al codice civilizzato delle illusioni perfette, oppure se affrontare in essa il risveglio dell’intrattabile realtà.

Valentina Loffredo, Le Metamorfsi dell'Anima, MIA FAIR, 2023

©Valentina Loffredo

_____________

Margot Errante e Valentina Loffredo

Le metamorfosi dell’anima, a cura di Claudio Composti

MIA FAIR | BOOTH E8

Dal 23 al 26 mazo 2023

Sponsor InsideOut

Cover story: ©Margot Errante 

Comments are closed.