MANDRA CERRONE, L’ARTE COME RELAZIONE

Il processo, la scoperta dell’altro, l’incontro. L’arte come relazione con il pubblico che da semplice spettatore diventa anche autore di un dialogo, di un confronto, di uno scambio al cospetto del quale la valenza estetica dell’opera cede il passo.

Continuo a indagare i linguaggi dell’esistenza incontrando la visual artist e performer Mandra Cerrone che a Francavilla al mare (CH) ha dato vita al suo studio Mystic Driver Art Lab, un’affascinante wunderkammer dentro la quale cercare di carpire ed elaborare il senso delle intricate vicende umane.

Francesca: Nel percorso del tuo immaginario visuale il riferimento al dolore e all’amore, per quanto apparentemente distanti l’uno dall’altro, non cessano di farsi eco, di rispondersi a distanza. Alejandro Jodorowsky, di cui è permeato tutto il tuo lavoro, ci insegna che “chi solo conosce il dolore può avvicinarsi alla sorpresa”. Vorrei partire da qui, da questo fluire che rende impossibile distinguere le trame strettamente interdipendenti dei sentimenti per iniziare a parlare di te, della tua ricerca artistica e di come essa sia stata influenzata dai metodi di Jodorowsky.

Mandra: I legami autentici vivono in un continuo interscambio di dolore e amore, i sentimenti sono ambivalenti e da sempre io cerco le ferite, le zone d’ombra da illuminare. Propongo ai partecipanti un’indagine, spesso intima, in una forma di rappresentazione simbolico-visiva, pudica, in un set protetto. Mi appassionano le terapie artistiche (che non sono le arti terapie), di ogni tecnica ho cercato e frequentato il suo fondatore. Il mio lavoro è la mia personale sintesi di quello che ho appreso da tutti loro e dalla mia personale esperienza umana e artistica.

Mandra Cerrone, silentfamily_sonicobiennale

Mandra Cerrone, Silent Family, Sonico Biennale 

Francesca: Riprendo il tema dell’amore per esplorare quello del corpo muovendo da una riflessione sulla video performance “Love is a confession” in cui esplori i due corpi, quello materico e quello metaforico, che insieme formano il vero corpo con le sue memorie ed energie. Addentrandoci nel corpo metaforico scopriamo che esso è un’armatura, il punto di vista che gli altri hanno dato su noi stessi per essere amati: è tutta la memoria sessuale, mentale, emotiva e corporea della nostra famiglia, è ciò che ci è stato detto sulla vita e sul mondo. Come avviene il lavoro di trasformazione di questa corazza? Cosa succede quando abbattiamo le barriere e ci apriamo agli altri? E in che modo il tuo processo artistico è stato funzionale alla ricerca della felicità e della totalità?

Mandra Cerrone, Boxing

Mandra Cerrone, Boxing

Mandra: Il corpo che si fa materia dell’arte è esso stesso linguaggio, universalmente comprensibile; aprirlo metaforicamente, rompere l’armatura, rivela la profondità e la fragilità delle relazioni. Nelle mie azioni non ci sono ferite sul corpo, la metafora fa leva sulla consapevolezza del potere dell’immaginazione. In “Love is a confession” spezzo un oggetto nascosto sul petto, spezzo il mio cuore, questo gesto così esplicitamente simbolico non va spiegato.

Mandra Cerrone, love is a confession

Mandra Cerrone, Love Is A Confession

Francesca: Mi sembra che la scelta della terminologia fornisca un’ulteriore chiave interpretativa e di lettura al tuo lavoro. Tu stessa affermi che sarebbe meglio parlare di atti poetici anziché di performance. E’ una questione emotiva o c’è una qualche connessione, magnetica, tra azione e poesia? La poesia è un grembo che accoglie oppure arriva semplicemente come frutto di una casualità visuale?

Mandra: Performance è una definizione ampia, abusata. Dicendo atto poetico mi sembra di comunicare meglio il senso di ogni azione e di coglierne l’aspetto estetico visionario. Naturalmente non uso a caso questa definizione, nell’incontro performativo poetico mi prendo cura dell’altro accompagnandolo nell’azione in maniera non direttiva.

Mandra Cerrone, Denaro Santo1

Mandra Cerrone, Denaro Santo

Francesca: Torna insistente la questione della famiglia e dei legami transgenerazionali. La psicomagia togliendoci di dosso l’invisibile realtà che ci lega ai nostri antenati ci libera dal loro giudizio e da una eredità psico affettiva che non ci appartiene realmente. “Sine Nomine”, “Silent Family”, “Genealogical Love” sono tutte opere di forte impatto emotivo in cui il corpo e i corpi sono impegnati in un susseguirsi di azioni e relazioni dalla sconfinata polisemia. In questo contesto il ruolo delle persone chiamate a partecipare a un progetto creativo è di fondamentale importanza perché fa nascere la relazione di scambio con l’artista. Mi puoi raccontare come nasce  un atto psicomagico, come avviene la messa in scena e come si sviluppa questa relazione di scambio?

Mandra Cerrone, Genealogical Love

Mandra Cerrone, Genealogical Love 

Mandra: Traduco i sentimenti in azioni. Le azioni, atti poetici, sono per i partecipanti e per me stessa esperienze totalizzanti che inducono una reazione emozionale. Cerco di innescare un processo di conoscenza e di cambiamento. Hai nominato lavori diversi tra loro, in tutti io cerco la relazione con l’altro. Per comprenderle realmente t’invito a partecipare. “Genealogical love” nasce dall’incontro con una donna che ha vissuto un abuso sessuale in famiglia. Un incontro importante. In performance ha realizzato per me, un tableaux vivant, un racconto visivo. Il video e le foto raccontano, senza parole, tutto il suo dolore. In “Sine Nomine” stacco dal mio viso le veline con le immagini genitoriali e con esse i condizionamenti familiari. Le veline, infine, vengono incorniciate con cerchi d’oro, una simbologia d’immediata comprensione.

Mandra Cerrone, Sine Nomine 2017

Mandra Cerrone, Sine Nomine (2017)

Francesca: Un altro tema che ritorna spesso è quello del carattere terapeutico della tua pratica artistica, come fosse un mezzo attraverso il quale riabilitare il proprio Sé e liberare il potenziale creativo e rigenerativo insito in ognuno di noi. I tuoi laboratori, come quelli che stai tenendo all’interno del seminario “L’arte che cura, prontuario artistico per Anime Creative” a cura di Sibilla Panerai per CAPPA (Centro di Archiviazione e Promozione Performing Art) muovono dal presupposto che attraverso l’arte si possano comprendere ed elaborare le problematiche più comuni dell’epoca contemporanea: ansia, stress, panico e disturbi di relazione. Mi puoi spiegare come sei giunta a questa considerazione?

Mandra: Il progetto “L’Arte che cura” a cura di Sibilla Panerai ospiterà incontri con esperti di diverse forme di arti terapie e critici d’arte, invece i miei tre workshop, “Café le téméraire”, “Silent Family” e “Brilliance” si possono considerare terapie artistiche (cit). Sono tre esperienze di potenziamento della creatività e di preparazione alla performance art vera e propria. Nella cultura contemporanea comprendere ed elaborare sono le modalità con cui affrontare i dolori della nostra esistenza, nei miei laboratori creativi offro la possibilità di guardare in sé stessi. Mi piace pensare che l’arte sarà la medicina del futuro.

Mandra Cerrone, AUDĬENTĬA–CITTÀ IN ASCOLTO

Mandra Cerrone, Audientia - Città in Ascolto

Francesca: Nel complesso mi pare di poter dire che i tuoi atti poetici possano essere letti, nella loro tensione espressiva e formale, come un’aspirazione alla vita. Essi affermano la volontà di vivere quasi fossero strumenti di difesa contro l’annientamento. Interrogandoti sulla tua vita sei riuscita a interrogarti sulla vita e sulla morte e la rinascita, il destino individuale e collettivo, il rapporto tra realtà esterna e quella interiore. Quando l’esito della propria riflessione non si limita a ergere altari sui resti della propria personale miseria ma riesce a trascendere l’individuale per farsi universale, ecco, in quel momento esatto io credo si possa parlare di arte. Cosa significa per te oggi essere un’artista?

Mandra: Artista è colui che con il suo lavoro cambia la visione delle cose, forse una sorta di ricercatore indipendente, un mago, un visionario, un sovversivo … di sicuro una spina nel fianco del sistema sociale.

Mandra Cerrone, Mater Dolorosa

Mandra Cerrone, Mater Dolorosa
In copertina: Mandra Cerrone, Sine Nomine 

Desidero ringraziare per la cortese intervista Mandra Cerrone – blogvimeoFacebook

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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