RE.USE. Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea

Gli oggetti durante il secolo scorso si sono progressivamente trasformati in beni e le merci in eccesso sono diventate rifiuti, scarti, spazzatura. Nel frattempo la relazione tra uomo e ambiente è cambiata, abbiamo iniziato a parlare di ecologia. Il futuro del pianeta è diventato una delle questioni a cui dobbiamo cercare di dare risposta. Questa mostra raccoglie le visioni elaborate dagli artisti su questi temi negli ultimi cento anni.

E’ sulle fondamenta di questa premessa che a Treviso l’Associazione TRA Treviso Ricerca Arte, con la co-organizzazione del Comune e la collaborazione dei Musei Civici, ha allestito la mostra RE.USE Scarti, oggetti, ecologia nell’arte contemporanea” a cura di Valerio Dehò. Un totale di ottantasette opere di cinquantotto artisti internazionali dislocate in tre diversi spazi espositivi della città: due sedi museali, il Museo di Santa Caterina e il Museo Casa Robegan e uno spazio privato, il Piano Nobile di Ca’ dei Ricchi. 

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The Cool Couple, Karma Fails, Meditation Rocks®, Earth,Water, Fire, 2018, Stampa inkjet su carta fine art, dbond® con retro colorato, cm 70×100 Courtesy dell’artista 

Un viaggio che si snoda lungo tutto il secolo scorso e approda sino ai giorni nostri analizzando nel dettaglio come il tema del Riuso sia stato affrontato nelle diverse decadi da diversi grandi artisti, analizzando il rapporto continuo che l’arte ha avuto con gli oggetti d’uso comune e con gli scarti e approfondendo il concetto di riutilizzo con finalità etica ed estetica nel mondo dell’arte moderna e contemporanea.

La mostra si apre con le esperienze di inizio Novecento di Marcel Duchamp, Man Ray, Alberto Burri e Piero Manzoni: per la prima volta il pubblico si trova a confrontarsi con taluni oggetti di uso comune di cui non aveva mai avvertito la valenza estetica prima. E’ l’arte che da una dimensione prettamente fisica vira verso una dimensione concettuale, privilegiando la progettazione o l’ideazione di un quid in cui l’opera stessa si situa, creando significati nuovi. Emblema di questa tendenza è per esempio il celebre Orinatoio di Duchamp: elemento direttamente prelevato dalla realtà quotidiana cui viene attribuito lo statuto di opera d’arte. La funzione degli oggetti viene modificata e agli stessi viene attribuito tutt’altro valore, una sorta di dissacrazione del manufatto artistico e la sua riconsacrazione attraverso gli svariati ready made. In tal senso hanno lavorato anche Pietro Manzoni che escogita la creazione di una linea continua della lunghezza di un chilometro arrotolata su sé stessa oppure mette in vendita i suoi barattoli di escrementi intitolandoli “Merda d’Artista” e il “materico” Alberto Burri che sul tema del Riuso di stracci, legni combusti e sacchi ha fondato tutta la sua poetica.

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Piero Manzoni, Merde d’Artiste, 1961, Barattolo in metallo, ed. 006/90, cm 4,8×6,5 Collezione privata, Treviso 

La mostra continua con uno sguardo alla corrente francese del “Nouveau Réalisme” dentro la quale sono ascrivibili autori e pratiche diverse eppure accomunate dal desiderio di esplorare nuovi metodi di percezione del reale, rivendicando su tutto la supremazia dell’esperienza. Un momento storico in cui gli artisti sono testimoni e rivelatori della società e del loro tempo: responsabilità sociale, critica al consumismo, atteggiamento di opposizione a un sistema di spreco diventano capisaldi di un vero e proprio manifesto ideologico. E’ tra i rifiuti, nei mercati dell’usato o nelle carrozzerie, che questi artisti vanno in cerca dei materiali che costituiranno le loro opere facendosi portatori di un marcato interesse per gli oggetti. Interesse di portata visionaria e critica che permea il lavoro di tutti i grandi protagonisti di quell’epoca.

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Daniel Spoerri, Tableau “Restaurant Spoerri 27 marzo”, 1972, Assemblaggio con teca plexiglass, cm 70×70×35 Collezione Forin 

Spoerri cattura gli oggetti in situazione, in particolare le tavole dopo il pasto, ma anche assembla oggetti recuperati in mercatini e discariche. Arman invece accumula oggetti banali ma anche maschere a gas e scarpe, monete, orologi, pennelli, tubetti di colore ed altro. Christo impacchetta mobili e oggetti mentre Mimmo Rotella incolla sulla tela pezzi di manifesti strappati per strada ed esegue assemblages e ready-made con oggetti di scarto come tappi di bottiglia, corde, ceste di vimini e pezzi di stoffa.

Il percorso espositivo si conclude prestando attenzione alle nuove tendenze che non possono esimersi dall’indagare i complessi temi della nostra contemporaneità: la coscienza ecologica e la consapevolezza ambientale, l’energia rinnovabile, l’inquinamento, la gestione dei rifiuti e la sostenibilità ambientale. Argomenti che, sebbene vengano affrontati con approcci molto diversi, costituiscono il filo conduttore di importanti ricerche come quella condotta da Michelangelo Pistoletto o Damien Hirst tanto per citarne due tra le più significative.

Damien Hirst Dead End Jobs, 1993, Mobile mdf, vernice bianca di cellulosa, legno di spiaggia e vetro e sigarette, cm 91,4×121,9×11,4, Collezione La Gaia, Busca 

La nuova generazione di artisti che dagli anni Ottanta ad oggi calca il palcoscenico dell’arte contemporanea nasce consapevole e capace di stimolare nuovi spazi di riflessione. Scrive bene il critico d’arte e curatore Carlo Sala nel catalogo che accompagna la mostra: “Nell’ultimo decennio questo tipo di sperimentazioni artistiche si sono intrecciate con vari fattori, a cominciare dalla nuova sensibilità ecologica sostenuta da una feconda ricerca teorica in ambito filosofico; le “crepe” al modello capitalista lasciate dalla crisi economica scoppiata un decennio fa con il fallimento della banca d’affari Lehman Brothers hanno costretto ad un ripensamento degli stili di vita, entro cui rientra anche un cambio di paradigma sui cicli di produzione e di consumo di beni, come proposto ad esempio dell’economia circolare.”

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Jonathan Monk, Tea with the queen, 2012, Otto tazzine dipinte, dimensioni variabili AGIVERONA Collection 

RE.USE non vuole essere solo un’esposizione ma un vero e proprio progetto articolato che mira a un coinvolgimento diffuso della città. Grazie infatti alla collaborazione con diverse realtà del territorio sono previsti in calendario una serie di eventi collaterali multidisciplinari: proiezioni di documentari, talk, incontri, esposizioni e laboratori per adulti e bambini sul tema del riciclo, del riutilizzo, della sostenibilità e dell’ecologia.

RE.USE. Scarti, oggetti ed ecologia nell’arte contemporanea, a cura di Valerio Dehò 

A Treviso, fino al 10 febbraio 2019 presso:

Tra – Treviso Ricerca Arte, Museo S. Caterina, Museo Casa Robegan, Cà dei Ricchi (Piano Nobile) 

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Giovanni Albanese, Uno che fa buchi nell'acqua, 2018 (ferro, trapano, acqua) cm.130 x 100 x 48, Courtesy dell'artista

Rotella

Mimmo Rotella Collage, 1958, Decollage su lamiera e legno, cm 95×78 Collezione Forin 

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Man Ray Cadeau, 1921, Ferro per stiro e chiodo, cm 10×9,2×15,8 Collezione La Gaia, Busca 

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Michelangelo Pistoletto Tovaglia sporca di vino, 1979, Pittura, serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio, cm 230×120 Collezione privata 

 

 

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