Crêperie, la magia del tessuto

Linee modulate con vigore e sensibilità dall’acqua. Stesure cromatiche compatte. Silhouette in cerca di sintesi. Un palcoscenico fluttuante che sfugge a una precisa classificazione. Si parte da qui: da un liscio imperfetto avvolto nel candore del bianco. Si parte da quelle piccole e fitte ondulazioni che esistono prima del processo di trasformazione, prima che la metamorfosi arrivi a plasmare la stoffa, a trasmutare il racconto arricchendolo di geroglifici poetici.

Il meccanismo di incantamento nasce dall’acqua e nell’acqua tutto si rigenera grazie a un procedimento dinamico il cui esito è uno spettacolo in sé e di sé: la magia del tessuto. Magia anche dello sguardo, una proiezione dell’alterità in un territorio nuovo, una nuova dimensione in cui avventurarsi. L’acqua diventa uno scenario diverso in cui inserire le molteplici narrazioni del vestire e trasportando ciò su cui fluisce fuori dalla realtà, dentro l’immaginazione, gli conferisce un’aura di mistero e rarità. L’attesa impaziente della rivelazione.

Crêperie è un brand di abbigliamento giapponese che deriva il proprio nome, in maniera arguta e ironica, dai locali francesi nei quali vengono servite le crepes. A evocare l’aspetto corrugato tipico di questo tessuto intrecciato a navetta, con filo fortemente ritorto, che in Giappone è noto con i nomi “Chirimen” e “Yo-ryu”. La sua superficie irregolare, granulosa e mossa, capace di estendersi sul corpo grazie al dono delle increspature, ha il grande pregio di dare vita a abiti che non sgualciscono mai e che si prestano facilmente sia a essere indossati che a essere trasportati.

Il segno plissettato si dirama come un fascio di nervi sul tessuto: si insinua nel grigio, nel verde, nel celeste, nel marrone, in ogni immagine d’après nature dove ciò che è elemento della natura non è impressione ma allusione. Come fosse una stagione melodiosa fatta di acqua e di aria, di pieghe e di grinze, come se le cose nascessero e vivessero in uno spazio senza luogo né tempo.

O forse sarebbe meglio dire che quello di Crêperie è il tempo inattuale della qualità che si sottrae agli umori fuggevoli del gusto e si esprime in uno spazio che non conosce sentieri tracciati a priori. E’ lo spazio costruito attorno alla persona, intimamente aderente ad essa: un involucro libero e cangiante all’infinito secondo l’anarchico gioco della creatività.

Desidero ringraziare per la gentile collaborazione Daniela Ugolini, A-net 

Video a cura di A-net staff 

Foto di Alberto Nidola 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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