DESERTED ISLAND (on dropping bomb*shells)

“drop a bombshell, idiom: to surprise everyone – ‘Taylor Swift borrowed a few seconds of her MTV VMAs speech for Video of the Year to drop a bombshell: Her 10th album, Midnights, is coming in two months, on Oct. 21.” Merriam Webster Dictionary 

Dal 1 al 4 febbraio, nell’ambito di ART CITY Bologna 2024, Studio Stuppia in collaborazione con OOU Nomadic Gallery, con il sostegno di Galleria d’arte PORTANOVA12 e Cassata Drone Expanded Archive, presenta la mostra collettiva Deserted Island (on dropping bomb*shells), a cura di Carmen Lorenzetti & Dušan Josip Smodej.

L’esposizione, visibile alla Fondazione Zucchelli (Vicolo Malgrado 3/d) raccoglie una selezione di lavori multimediali basati sul tempo di 7 tra artisti e collettivi artistici internazionali ed è incentrata su temi quali l’ambiente, la guerra, la censura e i mass-media, rivisitando alcuni eventi storici e futuri. Attraverso questo incrocio di narrazioni diverse ma interconnesse, le opere presentate creano un simulacro di serenità che si situa in bilico tra il prima e/o il dopo della tempesta (bomba). 

A quasi 50 anni dall’attentato terroristico di Bologna, è tempo di ripensare il concetto di bomba, violenza e guerra nel contesto della geopolitica contemporanea. Chi sono le vittime del terrorismo disumano e chi sono coloro che ne traggono vantaggio? Mentre ci avviciniamo al punto di rottura del modello neocoloniale, anche la continua e multiforme lotta per la sovranità, la libertà, la creazione e la giustizia deve subire una svolta. Attraverso un chiaro linguaggio politico, l’arte deve prendere posizione per la giustizia. Ricordiamo. Non vogliono che siamo liberi. Contano sull’impunità, ma noi lanceremo una bomba*conchiglia. 

Deserted Island (on dropping bomb*shells), Installation view, ArtCity Bologna, 1-4 febbraio 2024

Charade, 2018 (video monocanale, 8 minuti) è un video di David Birkin  (Londra, 1977) girato in collaborazione con l’organizzazione per i diritti umani Reprieve, insieme a oltre 50 attori, artisti, musicisti e performer. L’opera è una risposta ai tentativi del Primo Ministro britannico di nascondere una direttiva segreta che autorizza gli agenti dei servizi segreti militari a impegnarsi in attività criminali. Per il video, è stato chiesto ad ogni interprete di mimare il crimine che ritiene che gli agenti dei servizi segreti possano essere autorizzati a commettere, utilizzando le regole del gioco del mimo per trasmettere ogni sillaba in silenzio. 

Kumeta, 2023 (video monocanale, 7 min 55 sec) è una videoinstallazione di Genny Petrotta (Palermo, 1990) che racconta la storia della Repubblica Contadina, fondata nel suo paese natale, Piana degli Albanesi, verso la fine della Seconda Guerra Mondiale, sotto la guida dello zio Giacomo Petrotta. In un intervento artistico sulla tortura e la repressione di stato, Genny Petrotta ha invitato i due scultori Francesco Albano e Simone Zanaglia a levigare e lucidare una porzione di rettangolo della facciata rocciosa della cava di marmo che sovrasta il paese. La superficie lucidata ha le stesse dimensioni della cassetta dove venivano trattenuti i prigionieri durante le torture. 

Genny Petrotta, Kumeta, 2023 (video monocanale, 7 min 55 sec), Deserted Island (on dropping bomb*shells), Installation view, ArtCity Bologna, 1-4 febbraio 2024

Sposare la Notte, 2022 (serie di 4 video digitali, 31 min 18 sec) è un progetto performativo di g. olmo stuppia (Milano, 1991) che consiste in quattro eco-passeggiate nello spazio pubblico che formano capitoli in cui esperienza autobiografica e ricerca artistica si fondono in una sintesi visionaria. I quattro “walkscapes” sono creati per scoprire l’estetica della vasta provincia e il suo impatto sul territorio, utilizzando come esempi le città di Venezia e Palermo, documentati anche su pellicola. 

Two Birds, Sleeping, 2022 (installazione sonora e video, 9 min 37 sec) è un’opera di audio-poesia di Hussein Nassereddine (Beirut, 1993) in cui l’artista considera come immaginare un luogo che non è più presente e come renderlo manifesto verbalmente. Nassereddine amplia una registrazione che immagina il villaggio della sua famiglia nel sud del Libano, ripetutamente raso al suolo dalla violenza e dagli sconvolgimenti politici del secolo scorso, incentrando la conversazione con il fratello su antiche testimonianze letterarie, storie e canzoni di luoghi ormai scomparsi, reimmaginando il paesaggio in movimento attraverso esperimenti di suono, video e testo. 

Hussein Nassereddine, Two Birds, Sleeping, 2022, Deserted Island (on dropping bomb*shells), Installation view, ArtCity Bologna, 1-4 febbraio 2024

Deep Breath, 2019 (film, 25 min) è un cortometraggio del Raqs Media Collective (1992, Jeebesh Bagchi, Monica Narula e Shuddhabrata Sengupta) girato nelle profondità dove il Golfo Saronico incontra il Mar Egeo, segnando un frammento di un aforisma che ha a che fare con l’oblio. La frase che Raqs incide sul fondale marino e poi filma con l’aiuto di tre sommozzatori, segnala un intervallo tra il luogo di riposo di due naufragi, uno antico e l’altro no. Insieme avrebbero potuto trasportare un carico di tutte le cose vecchie e nuove che sfidano la memoria, se avessero continuato a navigare. 

Mònito – Monition – Mort Nucleàire, 1995 (installazione sonora, 14 min) è un’opera sonora di Stefano Cagol (Trento, 1969) nata in occasione dell’ultimo esperimento atomico effettuato dalla Francia sull’atollo di Mururoa a metà degli anni ’90. Parte da una registrazione originale di un’esplosione nucleare e, attraverso un rallentamento progressivo, arriva a una dilatazione dell’onda audio all’ennesima potenza. Quello che emerge è “l’anima della bomba”, che appare, assolutamente inaspettata, simile a un componimento sinfonico, tragico e agghiacciante, di uno strumento a corda, come un violoncello. 

Stefano Cagol, Mònito – Monition – Mort Nucleàire, 1995, Deserted Island (on dropping bomb*shells), Installation view, ArtCity Bologna, 1-4 febbraio 2024

A Waltz for Sarajevo, 2017 (performance partecipativa) è un’opera performativa di Arianna Marcolin (Schio, 1998) che invita il pubblico a mettersi letteralmente nei panni degli altri. Ispirata ai massacri di Markale, l’opera sensibilizza sulla violazione dei diritti umani nelle guerre attraverso l’atto evocativo e sociale di danzare indossando le scarpe di altre persone. Le vittime del massacro di Markale hanno perso le loro scarpe. Hanno perso le loro scarpe anche a Bologna alla stazione, in Piazza Fontana a Milano, nella strage di Ustica, da Kiev a Gaza, al Sudan. 

Cover story: David Birkin, Charade, 2018 (video monocanale, 8 minuti), Deserted Island (on dropping bomb*shells), Installation view, ArtCity Bologna, 1-4 febbraio 2024

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