FRANCESCA LOLLI, UN NODO

 

Si è fatto ormai tardi 

Torni a chiedere che si è fatto ormai tardi, che il rumore si è spento, che la strada ha cancellato anche il ricordo sbiadito di me.

Torni a chiedere che si è fatto ormai tardi, che il freddo è di marmo, che le mura son alte 300 notti intorno a me.

Torni a chiedere che si è fatto ormai tardi, che non ci sono silenzi altri da ascoltare, che non c’è dolore altro da piangere nell’avvicendarsi degli occhi fermi intorno a te.

Torni a chiedere che si è fatto ormai tardi, che i confini han sembianze di case e di ferro, che l’inferriata chiude solo una vaghezza d’ombra dietro sé.

Torni a chiedere che si è fatto ormai tardi, che non c’è più materia piena di vita della quale io possa spogliarmi, che non c’è più fibra piena di poesia che io possa tradurre, che non c’è più tessuto pieno di amore che io possa ritessere.

Ma non era ormai tardi il giorno in cui sei arrivato, così inatteso e violento, prendendo tutto pur col desiderio di niente, incapace di distogliere lo sguardo da te, dimentico del resto, dimentico di me.

A fare nodi stretti con la corda intorno alla bellezza del mio corpo.

A fare nodi stretti con la corda intorno alla gentilezza del mio animo.

A fare nodi stretti con la corda intorno alla pienezza dei miei sogni.

Un nodo era per la malattia del mio cervello.

Un nodo era per la febbre che mi voleva delirante di libertà.

Un nodo era per le cose rotte, dentro me.

Un nodo era per le cose sbagliate, come me.

Un nodo legava le dita. E spezzava le ossa.

Un nodo legava i polsi.

Un nodo legava i gomiti.

Un nodo legava i bracci.

Un nodo legava le spalle.

Un nodo legava il petto.

Un nodo legava le costole. 

Un nodo, l’ultimo, infine, legava il collo. E spezzava la vita.

“Un nodo” di Francesca Lolli

“Si è fatto ormai tardi” voce narrante e testo di Francesca Interlenghi

Con Pino Calabrese

E con Giulia Corgiat Mecio,Valentina Di Benedetto, Alice Massarente, Nicol Mazzi

Fotografo di scena Fabrizio Gnoni

Mua Giulia Riccardizi

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