FRANCO PAGETTI, TUTTE LE GUERRE. Fotografie 1998-2019

Dal 13 maggio 2022 il Palazzo Senza Tempo di Peccioli (PI) ospita “Tutte le guerre. Fotografie 1998-2019” di Franco Pagetti (Varese, 1950), uno dei più autorevoli fotoreporter internazionali. La personale, inaugurata nell’ambito della kermesse Pensavo Peccioli curata da Luca Sofri, proseguirà fino al 30 settembre 2022.

Un progetto di mostra immersiva che attraverso le immagini raccolte da Pagetti durante l’ultimo viaggio ad Aleppo, in Siria, nel 2013, conduce il visitatore dentro l’orrore della guerra, dentro la tragicità e l’assurdità di un mondo sventrato e in rovina, risultato di una barbarie, quasi sempre senza causa, che provoca solo devastazione e dolore. La forza effettuale e la tensione delle sue immagini, istantanee di un paesaggio desolato e distrutto, spogliato della figura umana, costituisce un lampo visivo che squarcia in qualche modo la cecità dello sguardo.

L’allestimento voluto dal fotografo esalta il carattere partecipativo, quasi esperenziale, della manifestazione. A cominciare dal grande cubo ricoperto di foto, e posizionato al centro dello spazio espositivo principale, che crea una costellazione di affacci sugli spettri che agitano gli scontri bellici. Il risultato è una sorta di alterità espansa che invita alla partecipazione dell’altro, in cui lo spettatore è sempre complice e, sollecitato da domande, si mette in cerca di risposte in un continuum tempo – spazio – relazione. Il tempo è quello della fotografia. Lo spazio è quello della mostra, intesa come erranza, come tragitto, come spedizione dell’uomo contemporaneo. La relazione è quella dialogica dell’uomo con gli uomini, attori responsabilmente coinvolti in un pensiero costruttivo.

2. Franco Pagetti, Tutte le guerre. Fotografie 1998-2019, Installation view, Palazzo Senza Tempo, Peccioli 2022

Franco Pagetti, Tutte le guerre. Fotografie 1998-2019, Installation view, Palazzo Senza Tempo, Peccioli, 2022

“Ho trascorso oltre 20 anni a fotografare la guerra: Afghanistan, Kosovo, Timor Est, Kashmir, Palestina, Sierra Leone, Sud Sudan, Siria: ogni volta mi sono confrontato con la violenza e l’arbitrarietà dei conflitti, da cui è estremamente difficile tenersi a distanza. Queste fotografie hanno l’intento di informare e testimoniare le sofferenze subite dalle vittime dell’assurdità della guerra. Credo profondamente nel ruolo essenziale dei fotogiornalisti come testimoni. Come risultato di una riflessione che si è sviluppata dentro di me durante questi diversi reportage, durante il mio ultimo viaggio ad Aleppo, in Siria, nel 2013, ho sentito che potevo fotografare il conflitto in un modo diverso. In maniera più distanziata, ma allo stesso tempo molto rivelatrice della vita degli abitanti di una città devastata dai bombardamenti. Forse un modo più accessibile anche per lo spettatore, perché meno pieno di ruvida violenza. Ho scelto di fotografare dei pezzi di stoffa, dei veli, che hanno invaso la città distrutta di Aleppo. Sono uno spettacolo familiare a chiunque sia stato in prima linea nella città siriana assediata di Aleppo: tende a righe, un tempo tende da sole, […] sono appese tra gli edifici (quello che ne resta) e tra le strade. Hanno lo scopo di oscurare la visuale di un cecchino, fornendo una piccola misura di protezione da un assassino in agguato nell’ombra di quartieri abbandonati e devastati.”

5. Franco Pagetti, I Veli di Aleppo, Siria, 2013

Franco Pagetti, Edificio distrutto nel quartiere di KARM AL JABAL, Aleppo, Siria, 11 febbraio 2013

“Per i residenti, anche il compito più semplice, come andare in una panetteria o cercare acqua potabile, può essere una corsa straziante attraverso una strada con nient’altro che un pezzo di tessuto come copertura. Il velo ha sempre svolto un ruolo importante nella cultura del Medio Oriente. Quello che le donne indossano, ma anche quello che nasconde le aperture delle abitazioni, è in ogni caso un modo per nascondersi alla vista degli altri, dall’esterno, per preservare l’intimità. Mi sono reso conto che questa serie di fotografie consisteva in una forma di distanziamento. Un modo per proteggermi, per svelare la bellezza di questo Paese che, nonostante tutto, ha continuato ad esistere. Sento che la posta in gioco in questa serie è la stessa: protezione e rivelazione della bellezza. La mia è una reazione umana per proteggermi dall’orrore dal mondo in cui camminavo: concentrarsi su un elemento di bellezza nel caos, o creare una distanza tra me e gli eventi. Io proteggevo la mia stabilità mentale, i siriani la loro vita.”

Lo sguardo inconsueto e in qualche modo poetico con cui Pagetti racconta la guerra in Siria, ha reso il progetto The Veils of Aleppo uno tra i suoi più noti. L’attitudine distaccata e documentaria del fotografo di guerra, cede qui il passo a certa partecipazione emozionale. Sono le immagini silenziose, ma clamorosamente rumorose, delle tende a rappresentare lo stato di solitudine e disperazione di migliaia di persone.

“Portare l’attenzione sui drammi di una società” – scriveva Germano Celant nel suo libro Fotografia maledetta e non – “sottende anche il significato profondo di un difficile e tremendo lavoro di scelta, di discriminazione e di comparazione, quello che estrae un momento dal tutto. Di fatto la tessitura di una tragedia è fitta e quasi impenetrabile, per cui avvicinarsi a una sua sembianza è un risultato carico di attenzione e di sensibilità.”

3. Franco Pagetti, Tutte le guerre. Fotografie 1998-2019, Installation view, Palazzo Senza Tempo, Peccioli 2022

Franco Pagetti, Tutte le guerre. Fotografie 1998-2019, Installation view, Palazzo Senza Tempo, Peccioli, 2022

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TUTTE LE GUERRE. Fotografie 1998-2019 | Mostra di Franco Pagetti

 Dal 13 maggio al 30 settembre 2022

 Palazzo Senza Tempo | Via Carraia, 13 – Peccioli (PI)

 Ingresso libero | Orari: tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00

 Per informazioni info@pensavopeccioli.it – www.pensavopeccioli.it

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