L’UNIVERSO GALLAMINI

Una lunga tradizione nel mondo dei tessuti preziosi, le sete stampate, i ricami, gli jacquard di cotone. Una storia di passione e qualità quella di Angelo Gallamini che inizia quasi 30 anni fa, nel 1988, con l’intuizione di importare tessuti dal lontano Oriente.

“Tanti anni fa sono partito con la mia valigia di cartone e sono andato in Thailandia a incontrare personalmente una serie di produttori, uno a uno. Ho iniziato così a importare sete e altri tessuti tutti fatti a mano dalla Birmania, da Chiang Mai e Chiang Rai specialmente. Li portavo a casa, li tagliavo e andavo a proporli per la vendita ai negozi al dettaglio di tessuti. E’ cominciata così. Un lavoro che poi con il tempo si è evoluto grazie anche alla collaborazione con i grandi nomi della moda italiana come Dolce e Gabbana, Armani, Soprani, Ferrè: ritiravo da loro le rimanenze dei tessuti delle collezioni e poi a mia volta riproponevo la materia prima ai negozi. Fino a quando, all’incirca verso la metà degli anni ’90, ho iniziato a realizzare una mia produzione di tessuti per abbigliamento con la quale servivo brand come Les Copains o Alberta Ferretti.”

Angelo Gallamini - Ph. Credit Barbara Pigazzi 

Segue nel 2013 la presentazione a Firenze, in occasione della fiera Pitti Uomo, della prima collezione targata Ermanno Gallamini. Un prodotto artigianale che nasce da un percorso quanto meno inusuale nel mondo della moda, perché è muovendo dal tessuto che approda a un capo finito la cui forza trainante è costituita dalla stampa su fondo nobile. Seta, cachemire, lino, cotone e canapa convivono con ricami di straordinaria bellezza, da sempre segno distintivo di tutta la narrazione Gallamini, una eccellenza che è venuta naturale traslare nel capo di abbigliamento.

Con Michael Pretolani - Ph. Credit Nils Rossi

“Alla prima edizione del Pitti ho partecipato anche un po’ contro voglia, a voler essere sincero. Perché non mi pareva il mio mondo e l’uomo non mi era mai interessato. Invece discutendo con alcuni amici sul da farsi ci è venuto in mente la storia delle coperte: ho preso un pezzo di cachemire e me lo sono messo addosso proprio a mò di coperta. E con questa idea sono sbarcato in fiera, in uno stand che recitava: Ermanno Gallamini coperte. E tutti si chiedevano: ma chi è questo matto? Eppure fin da subito si è generato grande interesse e grande curiosità al punto che tutti mi fotografavano come fossi il fenomeno di quella edizione. Ed è stato l’inizio di un percorso che adesso si è ben assestato e ha una sua identità ben precisa.”

Michael Pretolani - Ph. Credit Nils Rossi

Quello di Ermanno Gallamini è un prodotto interamente fatto a mano da una manodopera altamente qualificata, denso di storia, ricco di significati e di valore come solo un oggetto che nasce, viene sviluppato e infine prodotto da maestranze Made in Romagna può essere.

Un progetto avulso dagli schemi della moda e dai suoi trend, nato con le mantelle, quindi trasversale e unisex quanto a genere, che si avvicina poi di stagione in stagione in maniera più decisa al gusto della donna fino a coesistere oggi con una collezione di stampo marcatamente femminile, nell’estetica e nei volumi, che è quella di Agnese Gallamini. E che lungo il cammino ha raccolto l’entusiasmo di due amici oltre che due validi collaboratori quali Michael Pretolani e Stefano Savelli.

Con Michael Pretolani - Ph. Credit Nils Rossi

“Vedi quella mantella? Ci sono 5 chilometri di filo in un solo ricamo. Direi che lì non abbiamo eguali. Ma accanto ai capi più preziosi ci sono anche elementi più semplici, ma non per questo meno curati, come le t-shirt per esempio. Servono ben sette maestranze, una diversa dall’altra, per realizzare questa semplice maglietta: il tessitore, la persona che la taglia, quella che la produce, chi fa lo screening della rottura, chi la pittura a mano, chi lava un’altra volta il prodotto, chi lo ristampa e poi la persona che si occupa di tutte le cuciture. Ma il mio orgoglio è spiegarlo, spiegare tutto questo procedimento, e farti capire che stai acquistando qualcosa che ha un valore immenso, qualcosa che ha dentro una storia, un’anima e un cuore. Ma sembra che a molti italiani ed europei questo non interessi più. Noi artigiani che facciamo le cose come una volta e che cerchiamo di portare avanti il bello del nostro lavoro veniamo apprezzati quasi esclusivamente oltralpe o oltre Oceano. Anche il punto di quel filo fatto in quella maniera per un giapponese è sempre motivo di grande sorpresa e interesse.”

Collezione Ermanno Gallamini - Ph. Credit Nils Rossi

Alla spersonalizzazione delle idee fa da contrappunto un forte senso identitario, di appartenenza, una esigenza narrativa che cerca di riappropriarsi di gesti semplici diventati oggi difficili perché richiedenti tempo e attenzione, come il guardare e l’ascoltare. Anche nel vestire, il bisogno di rivendicare il tempo del racconto. Tenendo stretta a sé la memoria storica di una vita, residuo solido di certezze costruite intono alla stoffa e alle persone prima ancora che sull’equilibrio troppo spesso precario dei numeri.

Con Michael Pretolani - Ph. Credit Nils Rossi

“Non lo so dove andremo, certo questo mercato si ridurrà sempre di più. Fin dall’inizio io ho cercato di fare quello che gli altri non riuscivano a fare per competenze, per buon gusto, grazie alla manodopera di cui potevo avvalermi e soprattutto perché è un lavoro lungo questo e per piccoli numeri, adatto a uno come me a cui le cose di massa non sono mai piaciute. Forse ci salveremo solo andando a cercare il cliente nel mondo, l’affinità, l’atra metà della mela. Ma noi artigiani abbiamo bisogno che qualcuno ci veicoli, non possiamo fare tutto da soli perché siamo come gocce in mezzo a un mare in tempesta e in rapidissima evoluzione. Servono spazi e momenti dedicati, incentivi, fare di Milano un polo attrattivo, una politica che sia di forte sostegno al Made in Italy. Perché da quando ho iniziato, quasi 30 anni fa, quello che trovo molto cambiato è proprio il modo di relazionarsi. C’era un rapporto umano che oggi non esiste più né tra cliente e commerciante, né tra produttore e intermediario. Oggi tutto è business e statistiche. Invece, vedi, io sto qui felice di accogliere chi mi chiede di raccontargli cosa ho fatto. Felice di raccontare ancora la mia storia.”

Desidero ringraziare per la cortese intervista Angelo Gallamini e Beatrice Antolini e per la gentile collaborazione Michael Pretolani

Foto di copertina di Barbara Pigazzi

Le altre foto sono di  Nils Rossi

Con Michael Pretolani - Ph. Credit Nils Rossi

Con Michael Pretolani e Beatrice Antolini - Ph. Credit Nils Rossi

 Dettaglio della collezione Ermanno Gallamini - Ph. Credit Nils Rossi

 

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