MARIA CALDERARA PRESENTA SPEAKING BIRDS

Questa sera alle 18.30, Maria Calderara presenta nell’omonimo spazio milanese di Via Lazzaretto 15 la nuova collezione autunno inverno 2024, in dialogo con le opere di Eugenio Tibaldi (Alba, Cuneo, 1977).

Proseguendo la felice coniuctio di moda e arte che caratterizza la sua metodologia progettuale, Calderara propone un’inedita narrazione visiva che mette in relazione dialogica abiti e gioielli con una selezione di lavori di Tibaldi, offrendo una panoramica delle ricerche dell’artista condotte negli ultimi vent’anni. In mostra, sino al 7 marzo, opere tratte dalle serie dei primi anni Duemila Landscape e Geografie economiche che narrano visioni di spazi periferici; altre prelevate dal ciclo Questione d’appartenenza in cui oggetto di indagine sono le architetture informali del cuore di Napoli e di cui la «01» ridefinisce il design estetico e concettuale di un abito icona di Calderara: il puppet dress; per concludere con gli uccellini Pin, che l’autore ha scelto nelle sue ultime produzioni per narrare le dinamiche ed i margini della società contemporanea.

SPEAKING BIRDS FW 24/25 attinge al vocabolario dell’ironico e del dissacrante, ancorando  l’atto del vestire a quel substrato intellettuale che lo vuole manifesto identitario, libera espressione del pensiero, che la designer traduce nelle forme e nei volumi dei suoi abiti. 

«Nel tempo, ho compreso l’importanza di poter parlare attraverso il mio lavoro – racconta Calderara. Creare una sorta di dialogo personale, un gioco di intese con chi indosserà i miei capi. Costruire questa connessione attraverso l’arte e gli artisti è un privilegio. Con Eugenio mi lega un’amicizia sincera, fatta di dialoghi intensi e di stima reciproca. Interpretare le sue opere è stato naturale perché i suoi lavori sono presenti da anni nel mio quotidiano, ma allo stesso tempo è stato un processo lungo e complesso. Forse perché la conoscenza della sua meticolosa ossessione mi ha imposto una ricerca profonda non solo sui modelli, ma anche su materiali, lavorazioni, rammendi e trame dei tessuti; nulla poteva essere lasciato al caso. Così come i materiali dialogano con la luce e con lo spazio, ridefinendo le linee del corpo, allo stesso modo le pennellate bianche e nere non cancellano, ma coprono qualcosa che è celato sotto».

È un inafferrabile gioco di versi liberi quello che va in scena, di rimandi continui, riferimenti nascosti, di oscillazioni tra la poetica dell’uno e dell’altra. Alla leggerezza delle gonne femminili con grandi spacchi e origami di taffetas, fa da contrappunto l’accento maschile di certi tessuti ridefiniti come gessati, con righe sottili e vicine solo sul davanti. Il paziente lavoro artigianale di assemblaggio si sposa con il sapiente uso della tecnologia, che genera stampe e lavorazioni traforate con estrema precisione. L’esito formale è un abito double face, che parla il linguaggio degli opposti: da un lato la ridondanza di un universo di Madonne multicolore e dall’altro la riduzione al nero assoluto. Al contempo, nastri volumetrici applicati su tubini scuri, trasformano le naturali geometrie del corpo, evocando gli svincoli autostradali della serie ltalian exit dell’artista. La condizione di marginalità, nodo centrale della sua indagine, ritorna sotto forma di residuo solido da abitare, nell’habitus, nelle increspature della materia, nei rammendi fatti a mano sui colletti delle giacche, finanche nell’ecopelle stropicciata. 

«È la primissima volta che il mio lavoro viene messo in relazione con la moda – chiosa Tibaldi. Ma questa non è una semplice esposizione congiunta. Piuttosto, si tratta di una collezione con degli abiti ispirati ad alcune mie opere. Ed è stata davvero un’esperienza molto bella, perché Maria tratta con grande rispetto il lavoro dell’arte e i risultati sono stati stupefacenti anche per me».

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Lo SPAZIO maria calderara (Via Lazzaretto 15, Milano) sarà aperto al pubblico fino al 7 marzo 2024, da lunedì a venerdì con orario 9.00-18.00. Ingresso libero. Per informazioni: www.mariacalderara.it.

Foto credits: © Michele Cinieri

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