MATISSE. METAMORFOSI

Dal 14 luglio e sino al 12 novembre 2023, il Museo MAN di Nuoro dedica, per la prima volta in Italia, una mostra all’opera scultorea di Henri Matisse (Francia, 1869 – 1954), uno dei più grandi artisti del Novecento, di cui, paradossalmente, è ancora trascurata una parte importante di produzione. Il progetto espositivo, a cura di Chiara Gatti, rilegge e adatta agli spazi del museo sardo, il concept inedito e complesso della mostra Matisse Métamorphoses organizzata nel 2019 dalla Kunsthaus di Zurigo e dal Museo Matisse di Nizza. Un progetto destinato a ripensare Matisse e a riconsiderare il ruolo della sua opera nel panorama dell’arte della prima metà del XX secolo, alla luce di una più ampia ricerca estetica che vede proprio nella scultura il veicolo per nuove e rivoluzionarie soluzioni formali.

Sebbene la pittura sia sempre rimasta la sua modalità espressiva principale, il “suo” linguaggio e la forma di indagine del visibile cui si dedicò per tutta la vita, Matisse condusse in contemporanea una riflessione sulla scultura (e altresì sull’incisione) che fa di lui uno degli artisti più completi del secolo scorso. La sua versatilità ha esplorato varie tecniche simultaneamente, con curiosità e acuta sperimentazione. Sullo sfondo di questa intelligenza poliedrica, l’opera scultorea di Matisse rivela una vita parallela rispetto a quella del colorista, una doppia anima votata alla materia, al volume, allo spazio, che merita di essere posta in relazione – in quanto a processi e traguardi – con quella di altri grandi scultori del XX secolo, eredi della lezione di Auguste Rodin e divenuti geni dell’avanguardia. Da Brancusi a Giacometti, da Boccioni a Wotruba.

Emerge come sia stata in particolare la figura umana il tema principe della sua tensione verso la sintesi. Dall’indagine sul corpo, la postura, il gesto o la fisionomia, Matisse ha sviluppato un percorso di riduzione geometrica dell’immagine che lo ha portato verso un’astrazione ai limiti del radicale. Come l’artista stesso affermò nel 1908 nelle sue Notes d’un peintre: «Ciò che mi interessa di più non è né la natura morta né il paesaggio, è la figura». La figura, non per il suo pathos, il suo lirismo, gli stati d’animo o la flessione esistenziale, ma per il suo senso di presenza nello spazio e la sua ideale evoluzione nel tempo. Matisse ha interrogato infatti il corpo nella sua relazione con l’ambiente prossimo e con il mutare delle circostanze in un lasso di tempo dilatato. Ecco allora l’evoluzione di un dato naturalistico in una sintesi finale che sublima la contingenza in una dimensione di perfezione assoluta. Lo spazio condiziona, a sua volta, un sistema di relazioni sottili fra sostanza fisica e vuoto abitato, fra i gesti e le linee dinamiche che essi disegnano nell’aria.

La mostra prende avvio, dunque, da una analisi del metodo di creazione dell’artista e dal suo lavoro di trasformazione della figura in variazioni seriali. Il percorso allinea sequenze di bronzi, datate dai primi anni Dieci agli anni Trenta del secolo scorso, e soggetti presentati nei loro diversi stati successivi e accostati alle fonti di ispirazione dell’artista, tra cui fotografie di nudi e modelle in posa, oltre a una selezione essenziale di pochi dipinti in cui i motivi stessi svelano la doppia anima della sua ricerca parallela, pittorica e scultorea, in particolare nell’affrontare i temi dominanti del nudo, della danza, dell’odalisca. Attraverso circa 30 sculture e una ventina fra disegni, incisioni, oltre a fotografie d’epoca e pellicole originali, la scultura di Matisse verrà posta in relazione con i soggetti di una vita, le sue magnifiche ossessioni legate alle forme femminili, alla ricerca fisiognomica sulle modelle, alle attitudini e alla plasticità dei volumi.

Cover story: L’atelier au Régina, Nice, avec des dessins au pinceau des Acrobates et le Nu de dos IV en plâtre,1953, Photo © Archives Henri Matisse © Sucession H. Matisse, by SIAE 2023

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