AOS OLHOS DELAS. Mulheres e trabalho em Itália desde 1950 

Sino al 27 agosto, a Lisbona la Galleria Municipal Avenida da Índia ospita la collettiva di fotografia AOS OLHOS DELAS. Mulheres e trabalho em Itália desde 1950 (AGLI OCCHI DI LEI – Donne e lavoro in Italia dal 1950 ad oggi) a cura di Maria Chiara Di Trapani, con il coordinamento degli storici Ilaria Favretto (Kingston University) e Nicola Pizzolato (Middlesex University).

La mostra, patrocinata e prodotta dall’Ambasciata d’Italia a Lisbona in collaborazione con il Comune di Lisbona, indaga il modo in cui la fotografia femminile si è confrontata con il mondo del lavoro nell’Italia contemporanea. Oltre 100 immagini in un percorso che prende forma dagli archivi di 18 autrici e 2 collettivi, insieme a una selezione della Collezione Donata Pizzi  (nata nel 2015 con l’obiettivo di raccogliere e promuovere il lavoro di fotografe e artiste attive in Italia a partire dagli anni Sessanta) presentata con una proiezione site-specific, e alle stampe dell’Archivio UDI (Unione Donne Italiane) di Bologna (fondata nel 1945 è la più grande organizzazione per l’emancipazione e la libertà delle donne in Italia). Una costellazione di donne di diverse generazioni, legate dall’uso del mezzo fotografico come strumento di emancipazione personale e di indagine politica.

© Agnese De Donato, Manifestazione dell’ 8 a Roma, 1977, Cortesia dell’Archivio de Donato

Due i temi principali indagati: la fotografia documentale sul mondo del lavoro e la sperimentazione artistica intesa come «ricerca del sé, tra identità femminile e ruoli sociali». Alcune delle artiste presentate sono note al grande pubblico e hanno riscosso grande apprezzamento a livello internazionale, come Letizia Battaglia, che ha diretto l’equipe fotografica del quotidiano L’Ora e ha documentato per oltre un decennio gli omicidi di mafia a Palermo; o Lisetta Carmi, nota per la pionieristica serie «I travestiti» (1965). La mostra comprende anche serie dedicate ai lavoratori del porto di Genova e delle fabbriche di sughero della Sardegna. 

Tra i lavori esposti, per la prima volta il reportage etnografico di Paola Agosti «Immagini del mondo dei vinti», e la serie «La donna e la macchina» (1983); nonché i reportage fotogiornalistici di Gabriella Mercadini, fotografa militante e storica collaboratrice di Noi Donne e del quotidiano Il Manifesto. 

La ricerca del sé tra identità femminile e ruoli sociali è il tema principale della sperimentazione artistica di molte artiste a partire dagli anni Settanta. Nicole Gravier, Alessandra Spranzi e Liliana Barchiesi sono autrici che hanno sfidato miti e cliché di genere realizzando serie fotografiche che si distinguono per lo stile ironico e irriverente. In un’atmosfera sospesa tra happening e ritratto in studio, il travestimento, il trucco e il camuffamento diventano strumenti di «un consapevole gioco collettivo di rivelazione» e si liberano da pregiudizi e stereotipi nella serie «Ruoli» di Marcella Campagnano; i cui echi sono i tableaux vivants realizzati dal Collettivo Donne Fotoreporter, da professioniste e amiche, attraverso ritratti che invitano a riflettere sulla condizione femminile nel contesto della professione fotografica. 

© Paola Agosti, Dalla serie La donna e la macchina, 1978, Cortesia della Collezione Donata Pizzi 

Il viaggio prosegue con l’analisi del lavoro migrante in Italia che è stata al centro dei progetti fotografici ed editoriali di Cristina Omenetto negli anni Novanta, e più recentemente con il reportage autoriale di Michela Palermo sulla seconda generazione di migranti in Italia, nata e cresciuta in uno dei paesi più poveri della Campania, Castel Volturno. 

Con un elegante linguaggio cromatico, prende forma il progetto «Welfare» di Allegra Martin, dedicato a raccontare i momenti di vita quotidiana negli spazi ricreativi dove si incontrano le donne che hanno raggiunto l’età della pensione. La mostra si conclude con il reportage fotografico di Francesca Volpi, la prima fotoreporter le cui immagini hanno mostrato al mondo i primi tragici momenti dell’emergenza COVID a Bergamo nel 2020. Un lavoro delicato e potente, che mostra l’impegno dei medici nel fornire cure e assistenza durante l’emergenza pandemica, e allo stesso tempo il rispetto e la dedizione della fotografa nel raccontare e informare. 

Il progetto espositivo si propone come una narrazione della fotografia femminile degli ultimi sessant’anni e vuole essere un contributo, più che un verdetto definitivo, alla comprensione del ruolo delle donne nella fotografia italiana. Ciascuna delle autrici presenti utilizza l’obiettivo per comunicare con altre donne, occupando un ruolo pionieristico in tutti i campi, sia nella sperimentazione artistica, sia nel fotogiornalismo o nella documentazione sociale. 

© Marilisa Cosello, Dalla serie Try 2 of 2, Untitled #3, 2022, Cortesia dell’artista e Galleria Studio G7

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AOS OLHOS DELAS. Mulheres e trabalho em Itália desde 1950

A cura di Maria Chiara di Trapani

Con opere di: Paola Agosti, Marcella Campagnano, Lisetta Carmi, Liliana Barchiesi, Letizia Battaglia, Marilisa Cosello, Agnese De Donato, Collettivo Donne Fotoreporter, Nicole Gravier, Gruppo del Mercoledì, Allegra Martin, Gabriella Mercadini, Cristina Omenetto, Michela Palermo, Lia Pasqualino, Giada Ripa, Alessandra Spranzi, Francesca Volpi.

Galleria Avenida da Índia – Av. da Índia, 170 (quartiere di Belém) – Lisbona 

Tutti i giorni : mattina ore 10 – 13 | pomeriggio ore 14 – 18 

Cover story: © Collettivo Donne Fotoreporter, Dalla serie I Ruoli, 1978

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