SALVIATI, QUESTIONE DI UN SOFFIO

Questione di un soffio, vitale e mai uguale a sé stesso, la poesia visiva di una installazione luminosa che a intermittenza decodifica e ricodifica, impila e stratifica, unendo in maniera efficace la progettazione di due straordinari creativi con la tradizione di Salviati, una delle più prestigiose fornaci di vetro artistico del mondo fondata a Venezia nel 1859.

Salviati, Decode/Recode – Luca Nichetto & Ben Gorham, Ph. Credits Mattia Balsamini

L’arte vetraia di Murano intrisa di tutte le sue consuetudini, attraverso un costante processo di ricerca formale e un continuo aggiornamento delle tecniche produttive di cui l’azienda Salviati si fa portatrice da sempre, diventa espressione di modernità e innovazione nel progetto Decode/Recode presentato durante la scorsa edizione della Milano Design Week all’interno della suggestiva cornice del nuovo distretto di Ventura Centrale.

Una proposta che si è avvalsa della collaborazione di due nomi importanti quali Luca Nichetto e Ben Gorham: muranese di origine il primo e designer conosciuto a livello internazionale che per Salviati ha realizzato, a soli 23 anni, il primo prodotto della sua carriera e creativo e fondatore del  sofisticato brand di profumi e accessori Byredo il secondo.

Luca Nichetto & Ben Gorham, Ph. Credits Mattia Balsamini

Un progetto guidato dall’ardire di trasformare la superficie vetrosa, trasformando con essa le regole che la determinano. Decodificare le idee del progettista e ricodificarle in elementi sorprendenti, decodificare tecniche di lavorazione radicate nei secoli e ricodificarle in una estetica contemporanea plasmando in forme nuove la materia, scomponendo gli oggetti in moduli per poi ricomporli e assemblarli con configurazioni diverse.

L’installazione milanese Decode/Recode, strutturata in due parti differenti nominate rispettivamente Pyrae e Strata, era sintesi perfetta del nuovo corso intrapreso da Salviati, un felice connubio tra l’imprescindibile radicamento alla storia passata e la propensione alla trasformazione futura.

Lo spazio espositivo dedicato a Pyrae, parola latina a significare il concetto dell’impilabilità, rappresentava una indagine sui moduli sovrapponibili riconducibili alla figura del corpo umano.

Così Luca Nichietto: “Il fascino per la rappresentazione del corpo umano nelle culture e nella storia prende qui corpo in 53 oggetti differenti. Esplorando il vetro Salviati nei suoi colori e tecniche, e usando moduli dalle forme diverse, possiamo ottenere innumerevoli combinazioni, ognuna unica, mantenendo in ogni figura proporzioni e armonia”. 

Salviati, Decode/Recode, Ventura Centrale – Ph. Credits Andrea Martiradonna

Lo spazio dedicato a Strata, dal latino stratificazione, esplorava invece il tema della modularità e dava vita a strutture personalizzabili per dimensione, direzione e colore.

“Grazie alle qualità del vetro Salviati”, spiegava Ben Gorham, “abbiamo potuto sviluppare i concetti di impilabilità e stratificazione. L’interazione tra i pezzi determina delle variazioni nei colori, nelle superfici, nell’aspetto: è stato naturale pensare al modo in cui le trasparenze del vetro interagiscono tra loro e con la luce.”

Salviati, Decode/Recode, Ventura Centrale – Ph. Credits Andrea Martiradonna

Trasparenze, colori e luci protesi in un dialogo armonico che fuori dall’ombra conduce dentro la bellezza del vetro. Dentro i suoi riflessi cangianti: l’azzurro che si infrange controluce, il giallo che evoca il sole del mattino, il bianco che fa da ricovero alla nebbia lagunare. Dentro quei riflessi cangianti anche il tempo si tinge e si spoglia del suo mite pallore.

In copertina: Salviati Decode/Recode, Ventura Centrale – Ph. Credits Maurizio Polese

Salviati, Decode/Recode – Ph. Credits Mattia Balsamini

Salviati, Decode/Recode, Ventura Centrale – Ph. Credits Andrea Martiradonna

Salviati, Decode/Recode, Ventura Centrale – Ph. Credits Andrea Martiradonna

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