SARTORIA CICLI SI MUOVE CON STILE

Le gambe spingono sui pedali, all’unisono. Il cuore un giro indietro. La mente un giro avanti. Indietro, a recuperare le emozioni di un tempo passato che sembra essere stato dimenticato. Emozioni di cose fatte bene, con amore, dedizione, ritmo lento. Avanti, a conquistare i dettami di un tempo che si auspica prossimo. Fatto di mobilità ecosostenibile e armonica, un cambio di paradigma che nel nostro Paese stenta ancora a decollare, tutti convinti che la bicicletta sia una sorta di mezzo di ripiego, il mezzo per quelli che l’auto non se la possono comprare. Loro sono Luca Lanzani e Simone Russo, due che il ferro te lo cuciono addosso, aggiungendo un pezzo di storia significativo alla nostra già consolidata tradizione sartoriale. Lo lavorano, lo modellano, lo forgiano con mani esperte di artigiani. Ascoltando le parole, accogliendo le richieste, leggendo tra le righe. Facendone ingranaggi di haute couture magistralmente assemblati dentro un atelier che il metallo, il cuoio e la gomma ha saputo declinarli in mezzi poetici eppure affidabili quando si tratta di andar per strada. Due che sanno bene cosa si celi dietro una richiesta di bicicletta e dentro la costruzione di essa. Un lavorare sui pezzi ma anche un mescolare desideri, pensieri, sentimenti. Dargli forma nitida quando magari sulla griglia di partenza ancora non la hanno. Perché questo punto di vista più veloce del camminare, più lento del treno come ha scritto David Byrne nei Diari della bicicletta, diventa una finestra panoramica sul mondo e racchiude in sé le caratteristiche del cuore. Mondi unici e irripetibili si conquistano biciclette altrettanto uniche e irripetibili, quelle che fanno loro. Una per ogni uomo. Una per ogni orizzonte. Una per ogni cuore. E tutte diverse. Così il gusto retrò sa mescolarsi alla componentistica più avanzata. La passione per il crossfit sa adattarsi al triangolo del telaio e evocare la forma rossa delle fibre muscolari. Il freddo dell’inverno sa imporre giorni e notti di pensieri a cercare l’invenzione della bicicletta invernale. Loro sono due amici di vecchia data che si incontrano “in una precedente vita”, come mi racconta Simone, mentre erano dediti alla comunicazione, prevalentemente legata al mondo della moda, e al design. Due uomini che scoprono in corsa di avere la stessa comune passione per la bicicletta e mettono su una squadra, straordinariamente affiatata e sintonica, che inventa pedalate costruite intorno a temi, i più cari. Temi che diventano storie e storie che generano bici e bici che fanno il giro del mondo. Come Larmando, che è la storia del jack russell di Luca, solo che al posto delle zampe gli han fatto le ruote loro due. Nel 2012, in occasione del Salone del Mobile, la squadra si veste di tutto punto, con la sua bella divisa color marrone e panna, e se ne va in strada a farsi vedere.

Quale miglior location della strada stessa per presentare il nostro progetto?” mi dice Simone e continua “in quel momento abbiamo capito che c’era spazio anche per la nostra storia, per proporre un nuovo modo di pensare la bicicletta. Chiediamo alle persone di raccontarsi, per poterci permettere di riportare quello stesso racconto sulla loro futura bicicletta.

Lo chiamiamo su misura emotivo, perché prendiamo non solo le misure del corpo, ma anche e soprattutto le misure del pensiero.

Il tragitto su due ruote che trasforma un pensiero in bicicletta è un insieme imprescindibile di artigianalità e qualità. “L’artigianalità perché è una passione. La qualità perché è un valore e crediamo possa fare la differenza” sentenziano in coro.

Nell’era della globalizzazione e della spersonalizzazione Luca e Simone propongono un’inversione di rotta scrivendo una storia in cui il ritmo lo fa l’uomo e non l’industria, per cui possono volerci anche tre mesi per costruire una bicicletta. Una storia che va nella direzione del produrre meno pur di mantenere tenacemente inalterato il loro standard qualitativo. Una storia di cura, per la persona al pari della meccanica, “per cui per realizzare il telaio, che è il cuore della bici, la parte più importante, ci affidiamo a pochi selezionati telaisti che hanno quarant’anni di esperienza e fanno questo mestiere da sempre. Non è pensabile incappare in imperfezioni!”

Una storia che pare essere senza fine tanto mi fanno sorridere i loro sforzi vani di imbrigliare, dentro le maglie pur fitte di questa nostra conversazione, una creatività del tutto esuberante dalla quale sono nati anche pochi, preziosi, capi di abbigliamento. Il ciclet, la ciclocoperta, il copricapo per dirne alcuni.

Tutto quello che è stato fatto con l’abbigliamento nasce dalla bicicletta, da un segno, da un esempio di stile che la bici ci forniva nei tempi passati. Per noi vintage non significa seguire una moda piuttosto significa partire da un mondo di cose fatte bene e con attenzione” mi spiega Simone.

Quella stessa attenzione che riversano nella scelta di certi tessuti, di certi bottoni a gemello o nella forzatura di certe cuciture catarifrangenti, ancora in fase di prototipo, per andare con stile in bicicletta e per generarlo un nuovo stile. La sfida per il futuro?

“Dare scalabilità al progetto” mi risponde Luca. “Per arrivare a offrire un prodotto che non avrà più gli stessi identici contenuti di artigianalità ma manterrà inalterati quelli di stile. Con un approcio, dal punto di vista economico, molto più accessibile ma con l’imperativo di non tradire noi stessi. Un compromesso che non ci costringa a sovvertire la natura del progetto, sintetizzandolo con una formula dentro la casella di un foglio excel, ma consenta a chi ama andare in bici di poterci andare con il gusto di Sartoria Cicli. Portando avanti sempre e comunque la tradizione della bicicletta piuttosto che l’evoluzione della bicicletta”. 

E non ti viene più voglia di uscire dal loro mondo, dopo che ci sei entrato. Staresti lì seduto sugli sgabelli di ghisa come ad aspettare Bartali, col suo naso triste come una salita e quegli occhi allegri da italiano in gita, per dirla con Paolo Conte. Come ad aspettare il tramonto di un giorno in arancione, consapevole che è la forza abrasiva delle idee ad alimentare la forza stessa dei sogni.

Desidero ringraziare per la gentile intervista Luca Lanzani e Simone Russo fondatori di Sartoria Cicli, via Marcona 48 Milano.  www.sartoriacicli.itinfo@sartoriacicli.it

Video di Pasquale Russo

Traduzione di Chris Alborghetti

SARTORIA CICLI MOVES WITH STYLE

 The legs push the pedals in unison. The heart is a pedal stroke behind, the mind one forward. It is behind to catch up with the feelings of bygone times which seem to have been forgotten. Feelings and vivid memories of things done properly, meticulously, with passion and love. So, let’s conquer the rules and dictates of common sense and therefore of a time which is about to come, eco-sustainable and harmonic. This would be a change in the current paradigm which in our country, Italy, struggles and is hard-put to take off. Everybody thinks that the bike is just a makeshift means of transport for those who cannot afford a car, a sort of second best.

These are Luca Lanzani and Simone Russo, two guys who stitch the “iron” on your body, making our sartorial history which is worldwide noted for its design, cut and sterling quality even  more significant. They work, mould and forge iron with their hands and therefore with the hands of experienced and finest craftsmen.  They listen to people, they grant their requests and they read between the lines too. As a result, in their workshop and atelier they create haute couture cogwheels assembled with prowess. That is why leather, rubber and metal intermingle in such a way that express reliability and poetry at the same time when people ride the road on these bikes. These two guys know their onions when it comes to bikes and therefore when it comes to assembling them as well as fathoming and satisfying clients’ needs. In other words they read between the lines the customer’s desires, thoughts, feelings and intense sentiments. This is why they know the best way to mould and shape bikes when making them from scratch.

Because as David Byrne in Bycicle Diaries stated, the bike is a viewpoint, faster than walking and slower than a train. It is a sort of picture window with lovely scenic world views that embodies a beating heart. Bicycles conquer the world and their bicycles are unique and tailor-made. Therefore when a purchaser buys one, conquers a unique world too. They make a bike for each  man, heart and hence horizon. Thus, the taste for something vintage or old-fashioned blends with the most advanced components. The passion for  crossfit fits the bike frame perfectly and forms a complete whole in such a way that evokes the red shapes of muscle fibres. The cold winter makes them think day and night in order to design a top-notch winter bike. The two friends go back a long way and met “in a past life” while they were devoting themselves to communication, mainly within the fashion and design industry as Simone tells. Two men that, as they go along, find out about a passion they have in common, that for bikes. So they set up a team which is extraordinarily closely-knit and invent rides built upon themes very close to their hearts. These topics turn into stories and bikes which go around the world. Like Larmando, which is the story of Luca’s Jack Russell, the only difference is that rather than having paws they made it with wheels. In 2012, during the Furniture Show, the team wears a brown and cream kit and rides its bikes on the road in order to get considerable exposure and good publicity too.

“What better location than the road to launch our project!?” Simone tells me and adds “at that precise moment we realised that there was room for our story too, for introducing a new way of thinking about the bike as such. We ask people to tell us about themselves and their adventures, so that we can have their stories on the bike they’ll purchase. We call it emotional tailor-made since we don’t take just the measurements, I mean those of the body, but also those of their thought.”

The route to transform a thought into a bike is the essential combination of craftsmanship and quality.

“Craftmanship because it’s passion, quality because it’s a value and we firmly believe it can make the difference” they declare simultaneously. 

In the globalization and depersonalisation era, Luca and Simone go against the tide, they offer something that reverse the course of things. In a nutshell, they are writing a story and making an impressive stride in making bikes. In fact, terms are no longer dictated by the bike industry, rather by man. To make a bike it could easily take three months. This entails that they cannot churn bike out. Consequently, they produce much less than most bike producers, nonetheless they keep very high quality standards because they take everything into account when making a bike, people as much as mechanic and last but by no means least they think about everything in great detail.

“We entrust a few professionals with forty years experience with making the frame, which is the heart of a bike, since we can’t afford as much as we don’t tolerate imperfections at all!”

Their great effort to offer a tip-top product and their exuberant creativity, from which even a few fine items of clothing such as  the bike-vest or the headgear were brought into being, make me smile.

“All we have done clothing-wise stemmed from the bike and therefore from an example of great style that the bike as such gave us in the past. To us, vintage doesn’t mean to follow or keep up with a certain fashion, rather it means to start from a world where things are conscientiously and skilfully made.” Simone explains.

Conscientiously and skilfully like their will and determination to do things the best they can like when they choose certain fabrics and cufflinks or think about the prototype of reflective stitching. They do it because they are determined to make sure that on the one hand they develop and tailor a style on the other hand that people who ride their bikes do it in style.

What is the next challenge? “Give scalability to the project” Luca replies. “So as to offer a product that will not have the same contents and therefore that will not be identical to something else in terms of craftsmanship, but just in terms of style. Although from an economic perspective, the product will be more accessible to buyers, we won’t change our mission which is keep our originality and very high quality standards at the same time. We are looking for a compromise that won’t compel us to subvert the true nature of the project and consequently to encapsulate it in a cell of an Excel sheet. What we actually want  is to give the opportunity to all bikers who love riding a bike to take pleasure in riding together with Sartoria Cicli. We are absolutely determined to stick at our task, in other words  working hard thinking about the tradition rather than the evolution of the bike.”

You do not want to leave their world after you go in. You would stay there sitting on one of those cast iron stools as though you were waiting for Gino Bartali (was an Italian champion road cyclist), his nose as sad as a climb and his sparkling eyes typical of an Italian on an excursion as Paolo Conte (a popular Italian singer) would put it. Equally, you would stay there as if you were waiting for the sunset of an orange day, aware that the strength of ideas is what nurtures the strength of dreams themselves.

 

I would like to offer my special thanks to Luca Lanzani and Simone Russo founder of Sartoria Cicli who gave the interview to me. 

Sartoria Cicli, Via Marcona 48 – Milan (Italy) www.sartoriacicli.it – info@sartoriacicli.it

Video by Pasquale Russo

Translation by Chris Alborghetti

 

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