WATER LIGHT FESTIVAL

Fino al prossimo 22 maggio l’immateriale diventa arte grazie al Water Light Festival di Bressanone (Alto Adige). L’evento trasforma il centro della città in un grande spazio espositivo a cielo aperto in cui gli artisti sono chiamati a realizzare le loro opere interagendo con gli elementi della luce e dell’acqua, costruendo le loro narrazioni intorno al tema “Acqua è vita – Luce è arte”, filo conduttore di questa edizione.

Luce non tanto, e non solo, come momento di spettacolarizzazione quanto piuttosto come elemento di indagine del nostro presente, funzionale a rivelarne problematicità e fragilità. Funzionale anche a una riflessione critica sul tema dei luoghi deputati all’esposizione delle opere d’arte. Costruite qui sul modello del cammino, dell’itinerario, di un peregrinare sinuoso tra diversi format e circuiti, svelano i molteplici modi nei quali oggi possono manifestarsi.

Da quel nemmeno troppo lontano 1930, anno in cui László Moholy-Nagy, esponente del Bauhaus, con il suo Modulatore spazio-luce provò a frammentare il fascio luminoso prodotto da alcune lampadine inserite in una scultura cinetica, la tecnologia ha permesso agli artisti di manipolare fisicamente la luce, offrendo loro nuove sorgenti luminose da utilizzare nei modi più disparati.

WLF 2019 - Dropshadow2.0 by Andreas Siefert © Brixen Tourismus_Matthias Gasser

WLF 2019 - Dropshadow2.0 by Andreas Siefert © Brixen Tourismus, Matthias Gasser

Lo dimostra la grande varietà di artisti impegnati in questa occasione con installazioni luminose, spettacoli presso le fonti d’acqua, interventi scultorei, azioni di videomapping e le proiezioni. A partire dagli italiani Beatrice Alemagna, Stefano Cagol, Alessandro Lupi, Vincenzo Marsiglia e Massimo Uberti, per continuare poi con Refik Anadol artista americano di origine turca dagli Stati Uniti d’America, Detlef Hartung, Georg Trenz e Clemens Rudolph dalla Germania, Sophie Guyot e Peter Aerschmann dalla Svizzera, Ocubo  dal Portogallo, Kari Kola dalla Finlandia, Ivo Schoofs e Pepe Heijnen dai Paesi Bassi, Båll & Brand dalla Danimarca, ma anche Spectaculaires, gli artisti famosi a Bressanone per “Il Sogno di Soliman” e “Liora Light Musical”, Helen Eastwood & Laurent Brun, Romain Tardy e Emmanuel Feliu dalla Francia e Leonid Tishkov dalla Russia. Infine, Petra Polli, Philipp Messner, Kuno Prey, Arnold Mario dall’O e Christian Schwienbacher, gli artisti locali altoatesini del Festival. A questo nutrito gruppo si aggiungono opere di tre fra i maggiori artisti di arte contemporanea quali James Turrell, Brigitte Kowanz e Keith Sonnier.

Arte di luce e arte contemporanea si incontrano in questo Festival e si completano a vicenda. Non solo spettacolo, ma anche riflessioni sull’importanza di questi elementi per la nostra vita e l’ambiente. –Werner Zanotti direttore di Bressanone Turismo

Tra i tanti artisti partecipanti, segnalo Stefano Cagol (Trento, 1969) la cui ricerca indaga le questioni ambientali e quelle climatiche, ma anche l’interferenza dell’uomo nei processi della natura e le frontiere che separano gli Stati tra loro. La sua pratica multiforme si avvale di differenti media: il video, la fotografia, le installazioni e la performance art. In questa occasione espone, presso il Ponte Aquila di Bressanone, l’opera luminosa e sonora “The Global Warning”, un amaro gioco di parole che ruota intorno ai termini inglesi warming (riscaldamento) e warning (avvertimento).

Le Alpi si riscaldano più di altre parti del pianeta e questo cambiamento influisce sulla scomparsa dei ghiacciai, sulla disponibilità di acqua e sulle diverse altitudini di vita. Il pericolo è proprio davanti ai nostri occhi, anche se non vogliamo rendercene conto e pensiamo agli effetti del clima e della natura solo quando si manifestano in modo distruttivo. –Stefano Cagol

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WLF 2022, © Stefano Cagol, The Global Warning, Il tempo della fusione glaciale (2019-2022)

Con questo lavoro, l’artista invita a riflettere sul complesso mosaico di cause ed effetti che compongono il quadro del cambiamento climatico, propagando un inesorabile segnale di pericolo che non risparmia nessuno. L’effetto simbolico luminoso dell’allarme è sottolineato dal suono che traduce le frequenze emesse dal calore del sole in onde sonore, introducendo i rumori causati dallo scioglimento di un ghiacciaio.

Meritevole di attenzione anche il progetto di Vincenzo Marsiglia (Belvedere Marittimo, 1972) che partecipa al Festival con la mostra “Senses and Spaces” in programma nel Forte di Fortezza e realizzata in collaborazione con la Boesso Art Gallery. Noto sia in Italia che all’estero principalmente nel campo dell’arte digitale, Marsiglia presenta una serie di opere, alcune site-specific, tutte caratterizzate dalla stella a quattro punte, la cui geometria e forma sono diventate il suo segno distintivo. I giochi luminosi delle installazioni rimuovono il confine tra interno ed esterno, rendendo il tour espositivo un’esperienza unica di percezione, un dialogo simultaneo tra le opere e lo spazio e tra le stesse e lo spettatore. Neon di wood, neon soffiato a bocca vetro di Murano, tecnologia olografica di Hypervsn utilizzata per creare “Star in motion hologram” (2022), oggetto d’arte impalpabile mostrato attraverso una materia impalpabile, oltre a fili fluorescenti e la tecnica dei fili elettroluminescenti, usata qui per la prima volta per far nascere un nuovo ciclo di Wrap (2022), opere installate sulle facciate principali del Forte per creare un percorso luminoso, sono gli elementi che costituiscono la grammatica dell’artista, devota alla ripetizione del segno – l’Unità Marsiglia – e concettualmente tesa alla dematerializzazione dell’arte.

Vincenzo Marsiglia

WLF 2022, © Vincenzo Marsiglia, PROSPECT (2021), Neon soffiato a bocca vetro di Murano (Neon blown glass from Murano), 120x90 cm, Photo by Loic Thébaud

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Cover story: WLF 2019 - Kid playing with water © Brixen Tourismus, Pierluigi Orler

Programma, maggiori informazioni e biglietti: www.waterlight.it

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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