PER CORRERE HO INDOSSATO IL MAGLIONE DI MIO NONNO E UNA GONNA DI ZARA
E’ stata una corsa lunga quella di questo mese. Ma non una corsa in solitaria, piuttosto una corsa tutti insieme, corale mi piace pensare. Persone differenti con storie differenti eppure persone tutte senza distinzione di sorta alla volta di un unico traguardo. Qualcuno ci è arrivato con una meravigliosa bici fatta su misura, autentica opera di sartoria declinata su due ruote (www.thedummystales.com/sartoria-cicli-si-muove-con-stile/). Qualcuno ci è arrivato con l’handbike dopo un percorso accidentato fatto tutto in salita senza mai perdersi d’animo, senza mai pensare di arrendersi o di ritirarsi (www.thedummystales.com/the-dummy-meets-alessio-sala/). Qualcun altro ci è arrivato esibendo, con sfrontatezza che odorava di rivincita, muscoli forti costruiti fuori nel tentativo piccolo di proteggere dentro una mal celata fragilità (www.thedummystales.com/strength-of-a-woman/). Qualcun altro ancora ci è arrivato correndo a perdifiato su e giù per il palco di un teatro, raccontando con tutto il respiro che aveva nel cuore storie di uomini e donne senza tempo (www.thedummystales.com/la-locandiera-pop-di-corrado-delia-2/). E a qualcuno è piaciuto semplicemente godersi i preparativi della partenza, stare lì a lucidare con impegno e dedizione i propri ferri vestito di amorevole eleganza (www.thedummystales.com/the-stylish-cyclist/). Il traguardo era in fondo niente altro che il nostro sogno. Diverso eppure uguale. Di cambiare paradigma andando in bicicletta. Di sopravvivere alla vita per poterci andare in bicicletta. Di ricostruire quelle gambe un tempo forti che cadendo e cadendo ancora dalla stessa bicicletta si erano spezzate. Di inventare una bicicletta colorata e pop per poter appagare un desiderio di contemporaneità. Il sogno di tutti era andare, per continuare a sognare. Altri traguardi. E a raccontare questa corsa piena di passione c’era un cronista di tutto rispetto, che però si sentiva dannatamente inadeguato. Forse era solo un po’ disilluso, magari un po’ stanco, e credeva di non essere più adatto a farle certe dirette. (www.thedummystales.com/la-versione-di-benzi/). Ma poi, dopo tanto pensare, si è messo a correre pure lui sventolando per tutto il tempo una bandiera il cui messaggio pareva quasi una sentenza “Improvvisati e fai quello che ti piace come ti piace farlo”. Ecco, a me piace tanto sognare. A me piace tanto questa corsa che io sogno fatta di determinazione e istinto. Di disciplina nel condurmi. Di libertà nel raccontarmi. Di ostinata tenacia nel rialzarmi. Di arrendevole insicurezza nel cadere. Fatta di me. Fatta della mia vita.
Foto di Pasquale Russo