I GIOIELLI DI SIMONE VERA BATH

Una sensibilità calda, mutevole, eclettica. Nei gioielli il potenziale energetico di una forza naturale, primordiale, antica.

“Ho iniziato da piccolissima, avevo 4 anni, e a casa con mia mamma creavo, creavo sempre con le mani perché già allora era una cosa che mi rendeva felice.”

Una formazione internazionale quella di Simone Vera Bath, studia storia dell’arte a Berlino, poi si trasferisce a Firenze dove frequenta la scuola di oreficeria e successivamente una scuola di design. Segue un lungo periodo di vita d’artista come dice lei, a fare mostre d’arte in giro per il mondo da New York a Cape d’Antibes ovunque.

Due anni fa la decisione di iniziare il proprio personale progetto: gioielli di argento, bronzo, pietre preziose, curati nei minimi dettagli pezzo per pezzo, una qualità mediata tra innovazione produttiva e tradizione artigianale che le ha permesso di aggiudicarsi il TIME – Contemporary Fashion Award Milano nell’ambito del più ampio progetto di brand accelerator rivolto alle aziende e ai marchi della moda organizzato da White Trade Show in collaborazione con Camera Italiana Buyer Moda.

Nelle sue creazioni il contatto con lo scorrere di un flusso invisibile, quello della natura che esprime la propria forza. La corporeità ancestrale della terra, dei metalli, degli elementi vegetali, e la spiritualità della dimensione dell’onirico.

“Il mio mondo di ispirazione è certamente un mondo molto arcaico, che fa riferimento alle nostre origini. Nel mio immaginario la donna è un’amazzone fiera ed elegante, che cavalca e va a caccia. E’ quello l’universo mio di riferimento, quella l’estetica a cui guardo.”

Una energia viva, liquida e vitale sembra attivare in modo immediato e spontaneo la struttura inerte. Superfici irregolari e imperfette che assumono forme imprevedibili. Superfici dall’aspetto non finito, aperte e fluide, ottenute con la tecnica della spalmatura in cui non c’è traccia né di lavorazione a martello né di satinatura.

“Il mio cavallo di battaglia sono certamente gli anelli, io li amo perché secondo me dicono tantissimo di una persona, più di altre cose. E poi stanno nelle mani e con le mani noi gesticoliamo e parliamo, ci esprimiamo anche attraverso le mani. Seguono ovviamente i bracciali e le collane; sono gli orecchini che non sento proprio come miei, forse perché io stessa non ne indosso quindi prediligo quelli piccoli o eventualmente li realizzo su richiesta.” 

Questi gioielli attraggono con intuitiva naturalezza uomini e donne, indistintamente, a prescindere dall’età, che non necessitano di adeguarsi a canoni di uniformità ma intendono esprimere sé stessi e la loro individualità senza timori. Serve, forse, una sensibilità dilatata capace di entrare in contatto con un passato lontano e con la sua forza atavica.

“Sono una donna che vive nel tempo presente ma ho la memoria di un vissuto che riverso nei miei gioielli, un inconscio collettivo che mi influenza. Tutto quello che mi circonda ha funzione di stimolo: un film di fantascienza, la superficie di un muro, i momenti che dedico alla meditazione. L’intuizione diventa allora impulso creativo e prende vita in uno dei miei gioielli. Qualcosa che in qualche modo avevo già visto dentro di me.”

Un filtro tra lo spazio del mondo e quello intimo dei processi mentali e dei sogni, solido riparo e luogo di incontro. Un’eco, una sonorità, un’idea, un sentimento.

Desidero ringraziare per la cortese intervista Simone Vera Bath – web siteFacebookInstagram

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