MYRIAM BOULOS, LE NOTTI DELLA RIVOLUZIONE 

Nell’ambito del programma aperto al pubblico “I Giovedì in CAMERA”, questa sera alle ore 18.30 CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia ospiterà la giovane fotografa Myriam Boulos (Libano, 1992) che dialogherà con Monica Poggi, curatrice della mostra “Eve Arnold. L’opera 1950-1980”. 

All’età di 16 anni, Boulos ha iniziato a usare la macchina fotografica per indagare la città di Beirut, la sua gente e capire quale era il suo posto nel mondo. Si è laureata con un master in fotografia all’Académie Libanaise des Beaux Arts nel 2015 e ha partecipato a mostre collettive nazionali e internazionali. Nel 2021 viene accolta nella prestigiosa agenzia fotografica Magnum Photo, della quale Eve Arnold – le cui opere sono in mostra a CAMERA fino al 4 giugno – è stata uno dei membri più attivi e amati.

A partire dai primi lavori, Boulos racconta la società contemporanea libanese scegliendo di concentrarsi sulla capitale di notte, momento nel quale si manifestano con maggiore nettezza i contrasti di una città complessa, dove le differenti espressioni identitarie e la libertà sessuale faticano ancora a trovare un posto. La fotografia è per lei uno strumento di giustizia sociale e una forma di resistenza dall’ottica patriarcale, mettendo in discussione i ruoli di genere e le forme di oppressione che si vivono quotidianamente nel paese. Le sue immagini catturano l’essenza di un grido collettivo, il battito di una nazione dalle molte facce, luoghi, problemi e contraddizioni.

Myriam Boulos, What’s ours, Lebanon, Beirut, on the 20th of October 2019


Durante i miei primi anni come fotografa scattavo solo di notte. Per me quello era il momento in cui la mappa sociale di Beirut appariva improvvisamente nitida. Fotografavo per strada ma anche nell’intimità delle persone. Considero l’intimità uno dei luoghi in cui siamo più esposti alla violenza (fisica o emotiva). Allo stesso tempo, l’intimità è uno spazio in cui possiamo reinventarci. Penso che il personale sia inevitabilmente politico.

A partire dall’ottobre del 2019, Boulos inizia a fotografare anche di giorno, documentando la rivoluzione e le conseguenze da esse portate nella città e fra le persone. Nel 2021, con il Paese ancora immerso in una situazione di forte instabilità, lancia un appello aperto su Instagram: “Se ti identifichi come donna e vuoi condividere le tue fantasie sessuali, mandami un’e-mail”. Il risultato è una serie intitolata Sexual Fantasies, che analizza il tema del desiderio femminile e il modo in cui si radica e sviluppa all’interno delle realtà politiche e sociali contemporanee.


Mi piace credere che dare spazio alle storie personali sia un atto di resistenza e che sfidare i modi tradizionali di rappresentare l’oppressione nella nostra regione sia un modo per reclamare ciò che è nostro.

Nonostante la giovane età, lo straordinario corpus di opere di Boulos rompe le percezioni e gli stereotipi, trasmettendo, attraverso diverse serie fotografiche, un paesaggio contemporaneo nel quale i volti, i limiti, le fratture, gli istanti di fragilità ed emotività coesistono in immagini che sono un delicato inno di resistenza.

Myriam Boulos, What’s ours, Lebanon, Beirut, on the 1st of January 2020

_____________

Myriam Boulos, le notti della rivoluzione

Il Libano contemporaneo negli occhi della giovane fotografa di Magnum Photos 

13 aprile| ore 18.30 | Gymnasium di CAMERA

Intervengono:

Myriam Boulos, fotografa 

Monica Poggi, curatrice della mostra “Eve Arnold. L’opera 1950-1980”

Comments are closed.