PETRIT HALILAJ, SPACE SHUTTLE IN THE GARDEN

I luoghi che cerco, cara mia, sono luoghi utopici, sono luoghi noiosi e non so come farli diventare veri 

Il luogo diventa elemento centrale di una poetica che coniuga casa, natura e memoria. E lo schema narrativo del viaggio diventa funzionale al racconto di mondi personali e utopici, sospesi tra realtà e immaginazione. Mentre lo spazio si riempie di contenuti intrinseci che restituiscono architetture piene di significati.

Vissuto nell’ultimo decennio tra Kosovo, Italia e Germania Petrit Halilaj, grazie al suo lavoro, suggerisce una riflessione profonda e universale rispetto all’esperienza di ciascun individuo nel mondo. Sono sculture, disegni, installazioni, performance e video attraverso i quali l’artista indaga i cambiamenti della storia e il contesto che lo circonda. Un vagare, per via della guerra, tra Kosterz, un campo profughi, Runik e Pristina, che per mezzo del suo vissuto personale, e quello della sua famiglia e quello del suo luogo natale, gli permettono di esplorare il tema dell’identità e il concetto di casa come luogo di condivisione e spazio individuale.

Space Shuttle in the Garden, esposta a Milano al Pirelli Hangar Bicocca,  è la prima mostra personale di Petrit Halilaj in Italia e riunisce oltre 10 progetti che per la prima volta l’artista rilegge facendo emergere nuove interazioni e nuove riflessioni.

They are Lucky to be Bourgeois Hens II, 2009. Petrit Halilaj Exhibition view “Space Shuttle in the Garden” Courtesy the Artist and Pirelli HangarBicocca Photo: Agostino Osio 

All’esterno dello spazio espositivo un razzo spaziale dall’aspetto primitivo evoca il desiderio di un viaggio, il viaggio alla scoperta di altre realtà. I materiali semplici, quelli tipici dell’Arte Povera come il legno, la terra e l’acqua assumono un significato del tutto nuovo e spesso convivono con rame, ottone e argilla. L’interno di questo pollaio dalla forma inusuale ospita delle galline che possono accedere liberamente alla mostra al pari dei visitatori, eliminando così ogni tipo di gerarchia tra esseri viventi e animali. Una riflessione sul desiderio di cambiamento che si esplicita associando agli animali il valore di classe sociale borghese normalmente attribuito all’uomo. E così, come fossero abitanti di una società in miniatura, le galline ambiscono a una vita diversa e aspirano a integrarsi in un nuovo contesto.

The places I’m looking for, my dear, are utopian places, they are boring and I don’t know how to make them real, 2010-2015. Petrit Halilaj Exhibition view “Space Shuttle in the Garden” Courtesy the Artist and Pirelli HangarBicocca Photo: Agostino Osio 

Vuoto. Memoria. Futuro. Spostamenti. Carichi di attese e aspettative. E il tentativo di adattarsi a una nuova realtà pur mantenendo salda la propria identità. Sono tutti gli elementi inerenti a questa installazione realizzata nel 2010 in occasione della 6° Biennale di Berlino composta dai casseri in legno utilizzati per la costruzione della nuova casa di Pristina, la capitale del Kosovo, in cui la famiglia decise di trasferirsi. L’opera è presentata frammentata e esplosa su diversi livelli che evidenziano l’accostamento tra le aree comuni della casa e la sua dimensione individuale, in cui la casa è intesa sia come luogo fisico sia come spazio interiore di condivisione e appartenenza. L’opera è connotata da un forte carattere grafico tale per cui linee rette e perpendicolari, angoli e volumi, dialogano con la totalità delle opere dello spazio espositivo creando un percorso di visioni e prospettive.

26 Objekte n’ Kumpir, 2009. Petrit Halilaj  26 Objekte n’ Kumpir, 2009. Courtesy the Artist and Pirelli HangarBicocca Photo: Agostino Osio 

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Si presenta come una struttura imponente di rami e terriccio sostenuta a mezz’aria da esili sostegni. Già trasferitosi a Berlino, Petrit consegna a quest’opera il tema della distanza. Dentro teche di vetro, poggiate su lastre di rame, 26 oggetti di uso comune abitualmente utilizzati dal nonno paterno formano una sorta di ecosistema organico che simbolicamente conserva ricordi e oggetti. La dimensione intima delle dinamiche affettive e familiari rivive attraverso le cose di uso comune che diventano espressione di nuovi codici comunicativi, si fanno nuovo gergo identitario.

It’s the first time dear that you have a human shape (diptych I – earring), 2012. Petrit Halilaj Exhibition view “Space Shuttle in the Garden” Courtesy the Artist and Pirelli HangarBicocca Photo: Agostino Osio 

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Quando nostra madre parla del futuro? Quella è arte. E’ la nostra luce, ci ha sempre mostrato entusiasmo

Ancora la fuga, intesa come punto da cui muovere per una riflessione sui temi dell’appartenenza e del rinnovamento, è il tema centrale di questa serie di sculture in metallo, iniziata nel 2012, che riproduce dei gioielli sovradimensionati, ingranditi di 100 volte. Sono i gioielli che la madre aveva seppellito insieme ai disegni di infanzia del figlio nel terreno della collina dove sorgeva la loro casa.

Un’opera video racconta per immagini il paesaggio calmo e naturale della collina dove un tempo sorgeva la casa di famiglia e su cui oggi, a distanza di anni, la natura ha preso il sopravvento. L’inquadratura della macchina da presa, che solo di rado supera l’altezza dei fili d’erba, cattura dettagli nitidi e piccoli, insetti e fiori al pari di visioni più astratte, leggermente fuori fuoco. Sono le emozioni legate alla memoria quelle che emergono, dettate dagli ineluttabili cambiamenti che il tempo porta con sé.

Tutto il lavoro di questo giovanissimo artista ruota intorno al soggetto dell’assenza, del vuoto, di un senso di perdita che non diventa mai però un senso di nostalgia. Come fosse un grande affresco di famiglia, la sua arte narra del flusso migratorio, personale e corale insieme, verso un luogo utopico, ideale, in trasformazione. Il flusso migratorio di ognuno di noi quando, indugiando sul vuoto, riusciamo a rendere vivida la luce dell’ombra.

Petrit Halilaj Exhibition view “Space Shuttle in the Garden” Courtesy the Artist and Pirelli HangarBicocca Photo: Agostino Osio 

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La foto di copertina è di Elisabetta Brian 

La mostra di Petrit Halilaj “Space Shuttle in the Garden” è al Pirelli Hangar Bicocca – Spazio Shed  fino al 13 marzo 2016.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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