FRANCO VIMERCATI

Rigoroso ed essenziale. Esponente di una tendenza minimalista che si traduce in una attitudine operativa volta a porre enfasi sulla oggettività dell’opera. Capace, attraverso la registrazione dell’esperienza del reale, di sviscerare l’identità della fotografia in quanto tale. Una fotografia letterale che non significa altro che sé stessa.

A 15 anni dalla sua scomparsa la Galleria Raffaella Cortese di Milano dedica all’artista Franco Vimercati una mostra che si articola nei 3 spazi della galleria riunendo così 3 momenti significativi di tutto il lavoro del fotografo. Sintesi perfetta di una poetica che prediligendo l’esautoramento dell’autore e muovendo da un interesse prevalente per le sollecitazioni concettuali, sa restituire in immagini tutta la complessità dell’esistere.

Dedito fin da bambino al disegno, frequenta i corsi serali all’Accademia di Brera e giovanissimo inizia a dipingere. La fotografia si manifesta in seguito, mentre lavora come grafico.

“Allora per chi sapesse disegnare e dipingere lo sbocco naturale era la grafica, anzi, come si diceva, la “cartellonistica”. […] Conosco dei fotografi, vado nei loro studi per seguire i miei lavori di grafica …e mi annoio molto! Si, perché questi tempi operativi sono lunghissimi, tra uno scatto e l’altro passano delle ore. E io non capivo bene cosa facessero nel frattempo. Decido di imparare a fotografare, proprio per capire e intanto mi interesso alla storia della fotografia. Mulas l’ho conosciuto perché impaginavo la rivista Zoom, nel 1971-72.” *

La sua prima serie fotografica, realizzata nel 1973, si intitola Sulle Langhe. Ritratti in bianco e nero che colgono i soggetti fissi nella loro immobilità. Sono gli abitanti di un paese della campagna piemontese ove Vimercati era solito trascorrere il periodo delle vacanze estive. Un lavoro di ricognizione e classificatorio dei mestieri in forma di serie ordinata e continua di persone. Il panettiere con il figlio, la titolare della posteria, la pettinatrice, il mediatore di uve, la macellaia, per citarne alcuni.

“In seguito ho preferito smettere di lavorare con le persone sia perché sentivo di usarle e sia perché mi portavo dietro un carico psicologico che a me non interessa affatto, anzi.” *

Dopo questa prima esperienza, Vimercati esaspera il suo approccio concettuale all’arte visiva concentrandosi sulla regola, il rituale operativo, la serialità, la rigorosa pratica di trovare il diverso nell’uguale. E isola, per tutti gli anni a venire, l’esperienza del fotografare all’interno delle mura di casa. Nasce così la Serie: Zuppiera che impegna l’artista per quasi 10 anni, dal 1983 al 1992. In tutto questo tempo al centro della sua indagine c’è un piccolo oggetto trovato per caso, la stessa zuppiera e le sue molteplici possibilità di rappresentazione, sempre diverse. Muta la tecnica: l’inquadratura, la luce, la messa a fuoco. Decontestualizzato dalla banale quotidianità e contemplato per un tempo lungo, vivendoci insieme e dialogandoci, l’oggetto si manifesta per quello che è, trascende il significato che siamo soliti attribuirgli, perde la sua identità senza assumerne una nuova. L’oggetto è, in quanto tale. Immerso in un silenzio radicale, perché la parola, detta o scritta, non ha significato se non in funzione di una convenzione volontaria. Ma se il tentativo è quello di vedere l’oggetto come quando noi non ci siamo, allora la parola smette di essere segno subordinato a un concetto e perciò tace essa stessa.

Negli anni ’90, quale atto conclusivo ed estremo di questa indagine, gli oggetti, quelli di uso comune, quelli domestici, quelli trovati per caso, si presentano in immagini rovesciate che costituiscono la Serie: Capovolte. Il soggetto finisce per eclissarsi del tutto, e con lui il fotografo e l’artista che non intervenendo lascia immutate le cose, così come esse vengono proiettate sul fondo della macchina fotografica, senza ruotarle di 180°, senza renderle leggibili all’occhio umano. Volontariamente il cervello non compie l’operazione di raddrizzare la grattugia o la lampadina o il ferro da stiro, anzi, paradossalmente la tecnica contribuisce a rendere ancora più estraneo l’oggetto: sfocato, irriconoscibile, sembra si dissolva. L’atto di fotografare la fotografia giunge infine alla sua compiutezza.

“A me interessava che avvenisse la fotografia, che scoccasse la fotografia, non mi interessava leggere l’oggetto. Da una parte toglieva la possibilità di lettura dell’oggetto, che non si leggeva più come un bicchiere ma come una forma, dall’altra io non mi implicavo più, rimanevo neutro, fuori: la fotografia è una cosa e io sono un’altra. Molto oggettivo…tutto il mio lavoro è molto oggettivo.”*

*Conversazione con Franco Vimercati, testo tratto da: Elio Grazioli e John Eskenazi, Franco Vimercati: Opere –  John Eskenazi Publications, London/Skira Editore, Milano, 2012.

Franco Vimercati è in mostra alla Galleria Raffaella Cortese di Milano fino al 10 settembre 2016 – www.galleriaraffaellacortese.comFacebookInstagram

In copertina: FV1018 Monforte d’Alba, Pettinatrice, 1973 – Gelatin silver print 15,7×23,7 cm Vintage, eseguita dall’autore – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

FV1011

FV1011 Monforte d’Alba, Panettiere e Figlio, 1973 – Gelatin silver print 23,9×16,2 cm Vintage, eseguita dall’autore – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

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FV1012 S. Benedetto Belbo, Titolare di posteria, 1973 – Gelatin silver print 27,1×18 cm Vintage, eseguita dall’autore – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

FV1030

FV1030 Untitled (Zuppiera), 1990 – Gelatin Silver Print 18,9×24,2 cm Ed. of 9 – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

FV1032

 FV1032 Untitled (Zuppiera), 1992 – Gelatin Silver Print 19,5×24,5 cm Ed. of 9 – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

FV1031

FV1031 Untitled (Zuppiera), 1990 – Gelatin Silver Print 19,7×25 cm Ed. of 9 – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

FV1006-01

FV1006 Untitled (Grattugia), 1997 – Gelatin silver print 32×25 cm Ed. of 12 – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

FV1044

FV1044 Untitled (Moka), 1996 – Gelatin Silver Print 32×25,2 cm Ed. of 12  – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

Vimercati Guisi 4, 02/04/2012, 14:01, 16C, 3750x5000 (0+0), 100%, ten stop S cur,  1/40 s, R10.8, G0.1, B36.3

FV1043 Untitled (Rollei), 1996 – Gelatin Silver Print 30×25,1 cm Ed. of 12 – Courtesy: Archivio Franco Vimercati, Milan and Galleria Raffaella Cortese, Milan – Copyright: Eredi Franco Vimercati

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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