RITA CAPUNI, ARIA

Aria è la quiete dopo la tempesta, l’attimo immediatamente successivo, quello che segue alla percezione, ancorché vaga e incerta, di riuscita. E’ la sensazione di avercela in qualche modo fatta.

L’aria non si vede ma formalmente qui conta molto, è il valore intrinseco che permea questi abiti, frutto di un intimo processo di trasformazione, che si sviluppano lungo la direttrice di linee fluide e leggere e in cui la femminilità si manifesta attraverso una gamma cangiante di innumerevoli sfaccettature.

Artista e bohémien, misteriosa e ingenua, fresca e sensuale: questa è una donna in movimento e in trasformazione costante. E’ una donna che gioca con i colori, quelli che prendono vita nella realtà sfumata della penombra e il cui mostrarsi è dato più da qualità interiori che da superfici abbacinanti.

Se è vero che la moda è entrata nella nostra vita quotidiana con la pericolosa automaticità delle cose scontate, è anche vero che conserva qui, nella nuova collezione PE/19 di Rita Capuni, una fragranza di mistero e imperscrutabilità. L’intensità del vento. La delicatezza di un soffio.

“Questa collezione, come tutte le altre, nasce da un racconto autobiografico, un pezzo di vita personale. Dopo il cupo inverno e la morte di mio padre avevo bisogno di una rinascita. La vita in un istante era cambiata. Allora ho pensato di attingere dalla mia infanzia, periodo di serenità e spensieratezza. Ho ripercorso così i luoghi a me cari e ho riportato alla luce i ricordi. E ho sperimentato nuovi tessuti, come il denim per esempio, perché volevo dare un’ impostazione diversa all’immagine del brand. Così come la mia vita in un istante era cambiata allo stesso modo volevo che anche i tessuti cambiassero e fossero diversi.”

Questa capsule appare come un dipinto dove l’artista ha fissato, in una composizione di squisita e armonica architettura compositiva, il senso della transitorietà delle cose, la loro impermanenza. Dove l’aspetto mutevole della realtà, il fascino del suo linguaggio segreto, si addensa nello shantung elegante e raffinato, nel georgette crespo di seta leggerissima, color del cielo, e nel dicotomico contrasto di bianco e di nero.

“Ci sono evidenti richiami al Giappone, ispirazione sempre cara, da cui spesso attingo e da cui vengo continuamente attratta. Volevo rendere evidente la delicatezza di un attimo, aria fresca e pulita in continuo movimento. Tutto cambia e non possiamo che aggrapparci ai ricordi.”

Fedele allo stile letterario dello zuihitsu, anche il pennello se ne va per conto suo sulla pagina lasciando in una elegante grafia corsiva pensieri sparsi come se venissero da sé.

“Nelle ore di pensiero silenzioso non si può non essere sopraffatti dal desiderio del passato. Sarà capitato anche a voi durante le lunghe notti svegli, mente tutti gli altri riposano, di rovistare tra le vecchie cose che vi sono appartenute e ritrovare magari tra le carte la calligrafia di chi non c’è più, un segno fatto con l’inchiostro, che attira immediatamente lo sguardo e richiama vividamente alla memoria il momento in cui è stato creato.”

Yoshida Kenkō, Tsurezuregusa (Appunti presi durante le ore d’ozio)

Rita Capuni collezione PE/19 ‘ARIA’  – web siteFacebookInstagram 

Foto di Giorgio Ricci 

Location Studio Menguante 

 

 

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